Dobbiamo ancora fidarci di Apple?
La presentazione di Vision Pro, il visore di realtà mista di Apple, ha scatenato le solite discussioni. È davvero un prodotto rivoluzionario?
Tempo stimato per la lettura: 12 minuti e 37 secondi
In sintesi:
Vision Pro è un visore di realtà virtuale/aumentata. Ci permetterà di lavorare con le app grazie a un sistema operativo dedicato che promette di fare quello che nessun visore è mai riuscito a fare;
In effetti Apple non parla di visore e di realtà mista, ma di spatial computing. Un nuovo paradigma dell’uso del computer attraverso la realtà aumentata;
Nonostante Apple sia maestra nel realizzare quello che fino a quel momento sembrava impossibile, permangono molti dubbi. Soprattutto perché l’hanno provato pochissime persone e per troppo poco tempo.
La parola di oggi: Spatial Computing
La settimana scorsa c’è stato il famoso keynote di Apple. Famoso perché ormai questi eventi vengono attesi più di una finale dei mondiali di calcio. Cosa presenterà questa volta? Quale sarà il nuovo iPhone? Quale diavoleria di cui non sentivamo la necessità ci convinceranno a comprare?
Quello di giugno però è l’evento dedicato agli sviluppatori, infatti si chiama WWDC, che sta per Worldwide Developer Conference. Solitamente vengono presentate le novità che riguardano i sistemi operativi e le funzionalità software. Tuttavia, sempre più spesso vengono annunciate anche grandi novità di prodotto, per dare tempo agli sviluppatori di adeguare i propri software e le proprie app a girare sui nuovi dispositivi o sul nuovo hardware.
Questa volta, dopo tanti anni, è stata pronunciata la fatidica frase “One More Thing”. Una frase che ha reso celebri questi eventi perché solitamente pronunciata da Steve Jobs sul finire della presentazione. Ed era il momento in cui veniva sganciava una bomba totale, di cui si sarebbe parlato nelle settimane a seguire.
Così è stato pure questa volta, perché dopo aver pronunciato le tre paroline magiche, Tim Cook ha rivelato al mondo intero Vision Pro, che è lo strumento totale con cui Apple conquisterà il mondo e svuoterà le nostre tasche. Almeno così dovrebbe essere, secondo i piani che hanno a Cupertino. Sarà veramente così? Cosa avete letto fino a oggi sull’argomento?
Ebbene, siccome siete iscritti a Insalata Mista, è giusto che sappiate esattamente come stanno le cose. Non perché io sia l’unico a conoscere la verità, tutt’altro. Ma il problema sta proprio tutto qui: questo visore non l’ha provato praticamente nessuno.
Dobbiamo quindi porci una domanda fondamentale: Apple ci ha detto tutta la verità? Sarà riuscita a fare davvero quello che nessun altro è riuscito a fare pur investendo miliardi di dollari (sto parlando ovviamente di Meta)? Insomma, possiamo ancora fidarci delle meraviglie che annuncia Apple?
Cos’è Vision Pro e in cosa è differente dagli altri
Iniziamo da qui. Se seguite Insalata Mista da un po’, saprete che ho già parlato di Realtà Virtuale quando ho acquistato Playstation VR2 di Sony. Un visore che è lo stato dell’arte dei visori di realtà virtuale (soprattutto per ciò che concerne l’ambito gaming) e che ciò nonostante non è esente da difetti. Da qui nascono i primi scetticismi, ma ne parleremo più avanti.
Apple Vision Pro è un visore di realtà virtuale (in gergo VR), perché non si può vedere attraverso il visore. Quando lo si indossa, il visore è chiuso e dunque ci si isola totalmente dall’esterno. Ciò nonostante, ce l’hanno raccontato invece come un visore di realtà aumentata (in gergo AR), che normalmente sono quelli che sovrappongono oggetti virtuali alla realtà circostante, che quindi rimane sempre visibile attraverso quelli che solitamente sono un paio di occhiali. È il caso di Microsoft Hololens, per esempio, un progetto molto innovativo e interessante che Microsoft lanciò addirittura nel 2016.
Vision Pro invece utilizza un numero esagerato di display, telecamere e sensori per trasformare un visore di realtà virtuale in un visore di realtà aumentata, o per meglio dire realtà mista (in gergo, ormai avrete capito, MR. Oppure XR, che sta per Realtà estesa, tanto per complicare le cose).
Hololens è stato utilizzato da molte persone per protestare contro la presunta “rivoluzione” di Apple. Ahimè, chi ha obiettato che “è arrivata prima Microsoft” trascura il fatto che le vere rivoluzioni tecnologiche non avvengono mai quando viene creato qualcosa di innovativo, ma quando quella cosa arriva a tutti, qualsiasi sia il motivo (facilità di utilizzo, diffusione, realizzazione tecnica, etc.).
Anche iPhone, che ha indubbiamente cambiato tutto e fatto nascere intere nuove economie, non era un dispositivo totalmente nuovo, esistevano già gli smartphone completamente touch. Allo stesso modo di come esistevano i riproduttori MP3 prima di iPod e così via.
Quindi Apple ha di nuovo rivoluzionato tutto? Piano, andiamo con calma
Dicevamo che Apple ha presentato un visore di realtà aumentata che in realtà è un visore di realtà virtuale. Questo perché si può vedere attraverso lo schermo grazie alle telecamere.
Prima promessa di Apple: sarà possibile vedere il mondo che ci circonda come lo vedremmo con i nostri occhi.
Molti altri visori hanno la visione pass through, anche Meta Quest 2 e Playstation VR2 ce l’hanno, ma in bianco e nero e con una risoluzione infame. Apple invece ci dice che ha delle telecamere talmente risolute e degli schermi talmente di qualità che non ci accorgeremo della differenza. Può essere, la tecnologia esiste e le specifiche parlano di due schermi interni grandi come francobolli con una risoluzione più alta del 4K (23 Megapixel totali, quindi circa 11,5 megapixel per occhio. Il 4K sono poco più di 8 megapixel). Fin qui possiamo starci.
Anche da fuori potranno vedere i nostri occhi, in questo caso tramite un artificio tecnico: all’esterno del visore c’è infatti un altro display OLED che mostra i nostri occhi tramite l’uso di telecamere e sensori interni. Ci sono un sacco di telecamere in questo dispositivo, ve l’avevo detto.
In più, per non farci sentire isolati, se qualcuno ci si dovesse avvicinare nella stanza, “bucherà” quello che stiamo vedendo comparendo nell’immagine, così da non creare una sensazione di isolamento completo. Ma ecco la vera novità: Apple ci dice che Vision Pro non è un visore di realtà virtuale/aumentata, bensì un computer spaziale.
Ho comprato un computer spaziale!
Eh si, il comunicato recita proprio “Introducing Apple Vision Pro: Apple’s first spatial computer”. Un computer spaziale? Si, ma non in quel senso. Si intende un computer fatto per lavorare nello spazio attorno a noi.
Apple ha infatti concentrato gran parte della presentazione sulle funzionalità che ci regalerà (si fa per dire) visionOS, il nuovo sistema operativo pensato per Vision Pro.
Seconda promessa di Apple: Vision Pro è diverso da tutto il resto perché ha VisionOS.
Ecco, se c’è una cosa che riesce davvero bene agli ingegneri di Cupertino, è quella di integrare l’hardware con il software. Quindi in questo caso, i punti fiducia tornato a salire dopo la discesa iniziale.
Apple ci ha mostrato un sistema operativo simile a quello di iPhone e iPad, con le icone disposte a griglia davanti ai nostri occhi, che però fluttuano nel mondo attorno a noi. Basta muovere le mani o fare dei gesti con le dita, per aprire le app e disporre le finestre su un piano virtuale davanti ai nostri occhi.
Finestre della dimensione che vogliamo, che superano quindi i limiti dei monitor fisici. Finestre disposte una sopra l’altra, una di fianco all’altra. Insomma, con Vision Pro il desktop non ha più limiti, possiamo organizzare quante finestre vogliamo, come vogliamo. Come se avessimo un sacco di monitor giganti da poter fissare nel vuoto. Questa è una vera figata.
“Ma cosa posso farci con queste finestre?”. Di base sono app, quindi tutto quello che farei con iPad, per dire. “Ok, ma posso leggerci?”
Terza promessa di Apple: sarà possibile leggere con un dettaglio incredibile.
Ecco, qui i punti fiducia crollano inesorabilmente. Chiunque abbia provato un visore di realtà virtuale, anche uno di ultima generazione come nel mio caso, sa una cosa: per quanto possa essere risoluto il display che abbiamo davanti agli occhi, è un attimo perdere il fuoco e cominciare a vedere tutto sfocato.
Davvero, basta che il visore scenda per un millimetro sul naso per non leggere più nulla (e il naso, si sa, è scivoloso per definizione. Immaginate poi d’estate, col caldo, un casco in testa… uff). La promessa del poter leggere pagine sul web e lavorare sui testi come se stessimo davanti a un monitor è davvero un po’ ardita.
Sarà riuscita Apple a studiare un sistema di aggancio alla testa comodo e al tempo stesso così stabile da assicurare un fuoco sempre perfetto? Può essere, Apple ha imparato a stupirci. Può essere anche che ci siano dei sistemi che ricalibrano gli schermi e la messa a fuoco a seconda di come si sposta il visore, non possiamo saperlo. Di certo però ci viene richiesta una buona dose di fede.
Non solo lavoro, ma anche intrattenimento
Vision Pro quindi è un dispositivo esclusivamente pensato per lavorare? Nonostante abbia “Pro” nel nome, no, Apple ci ha fatto vedere che è perfetto anche per l’intrattenimento. E non è che doveva dircelo Apple: chiunque abbia provato un visore VR sa che si può simulare il grande schermo come se ci si trovasse fisicamente nella sala di un cinema.
Apple promette molto di più, grazie a un uso intelligente del software che crea uno sfondo contestuale allo schermo. In questo modo è possibile godersi un film o una serie come se si avesse davanti uno schermo gigante in un contesto fantastico.
Quarta promessa di Apple: sarà possibile guardare film e serieTV con una qualità uguale o migliore della TV.
Tra tutte, questa è la più plausibile. I visori attuali già permettono di avere un’ampiezza di visione enorme, tanto da non vedere i bordi. Se hanno utizzato schermi e lenti di altissima qualità, godersi un film o una serie potrà essere effettivamente qualcosa di molto emozionante. Il fiduciometro qui sale un po’, ma non tantissimo.
Infine un aspetto fondamentale: Vision Pro non ha cavi. O meglio, ce li ha ma funziona anche senza. Ha però una batteria portatile. E con la batteria si arriva a massimo due ore di autonomia. È veramente un po’ poco.
I dubbi: la lettura, le gesture, l’ergonomia e soprattutto… l’autonomia
Se avete guardato il video di presentazione che ho inserito più su, avrete provato una certa dose di esaltazione, è normale. Apple è maestra assoluta nel farti venire voglia di spendere soldi (solitamente tanti) per qualcosa che fino a pochi secondi fa nemmeno sapevi esistesse.
Ora però bisogna fare i conti con la realtà e con i dubbi che è giusto porsi. Perché ok promettere le cose, ma poi bisogna anche toccarle con mano, provare se quello che c’hanno raccontato corrisponde a realtà. E fino a oggi sono pochissime le persone che hanno avuto questo onore.
Una di queste è Adam Savage, di cui trovate il video qui sopra. Nessuno ha avuto modo di fare foto o video durante la prova, che tra le altre cose era limitata a 30 minuti, ma sono stati sufficienti per togliersi alcuni dubbi. Dunque iniziamo:
Il fuoco e la capacità di lettura. È il mio dubbio principale e lo rimarrà finché non avrò avuto modo di provare Vision Pro personalmente. Savage lo dice chiaramente: ha dovuto più volte tirare su il visore, cosa che a me capita spesso anche con VR2. In quel caso, basta che scenda pochissimo per mandare tutto fuori fuoco e creare aberrazioni cromatiche.
Secondo Savage, nonostante l’ergonomia non sia il massimo della vita (soprattutto il peso e il bilanciamento, non è l’unico a dirlo), l’area che rimane a fuoco è piuttosto ampia e non capita mai di avere i problemi di cui parlavo e che ho sperimentato con VR2.
Nessuno di quelli che hanno avuto modo di testare Vision Pro, però, ha detto di aver letto un testo. Quindi i dubbi permangono, soprattutto visto che in molti parlano di una non perfetta aderenza del visore al viso.
Da quello che sembra, al contrario, Apple ha fatto il solito, grandissimo lavoro sull’interfaccia. E questo potevamo aspettarcelo, perché è quello che fa meglio da sempre. Savage parla di un’interfaccia fatta di tre elementi: gesture, tracciamento dell’occhio e comandi vocali. Il tutto integrato in maniera talmente magistrale da farlo sentire subito a suo agio.
L’interfaccia potrebbe essere di fatto il punto di forza di questo visore. Gli altri hanno tutti necessità di un controller da tenere in mano, con Vision Pro invece si guardano gli elementi, si fanno piccoli gesti con le mani (che vengono riconosciuti sempre, anche se si tengono le mani adiacenti al corpo o addirittura sopra al visore) o si pronunciano dei comandi vocali.
Rimane comunque l’enorme problema dell’autonomia. Vision Pro ha tanta potenza a bordo, ben due processori, di cui un M2 (l’ultimo processore lanciato da Apple, lo stesso che anima i suoi computer Mac) e un R1, un nuovo chip progettato espressamente per essere usato nei visori di questo genere.
Tutta questa potenza ha ovviamente un costo in termini energetici. Se Apple ha davvero pensato questo dispositivo per essere utilizzato per il lavoro e per l’intrattenimento, deve aver fatto male i conti: due ore di autonomia con una batteria da portarsi dietro sono davvero poche. Certo, è vero che se lo si usa principalmente da seduti lo si potrà tenere collegato alla corrente, però questo è indubbiamente un punto debole.
I 3500$ sono davvero così tanti?
Arriviamo infine al prezzo, ovvero al particolare che ha fatto più parlare di sé e ha generato tonnellate di meme su internet. 3.500$ sono tanti (in realtà si è detto “a partire da 3.500$”, tenetelo a mente).
Quando arriverà in Italia, per via del cambio e delle tasse, diventeranno probabilmente 4.000€. Senza contare che il setup, secondo quanto riferito da chi ha avuto modo di provarlo, viene effettuato scansionando viso e orecchie con un iPhone. Un iPhone con sensore lidar. Quindi un iPhone Pro.
Se portate gli occhiali da vista, dovrete farvi fare le lenti da vista da inserire nel visore che, stando a quando scrivono alcune testate, potranno costare dai 300 ai 600$. Non sappiamo nemmeno se la batteria sarà inclusa o meno. O se magari sarà necessario acquistarne una seconda per prolungare un minimo l’autonomia.
E la memoria? Ci saranno diversi tagli, si può immaginare. E quindi magari si parla di 3.500$ per la versione da 256GB (ipotizzo), chissà quanto costerà quella con 512 GB o con 1 terabyte di spazio a bordo.
Insomma, non è difficile pensare che si potrà arrivare a spendere anche 5.000€. Tanti soldi, è innegabile, ma tutto sta a capire a quale tipo di utenza è dedicato Vision Pro. All’inizio abbiamo fatto un parallelo con Hololens di Microsoft, che è un dispositivo pensato esclusivamente per usi lavorativi e aziendali. Provate a dare un occhio ai prezzi proposti da Microsoft e troverete delle sorprendenti analogie.
Apple però parla anche di intrattenimento, anche se potrebbe essere semplicemente un uso collaterale. Quando Apple mette un “pro” nel nome, si sa già che non si spenderà poco. Oltre che per un uso professionale, quel “pro” indica spesso il top della tecnologia disponibile.
Serve insomma a solleticare quell’utenza - che sappiamo rappresentare ancora una bella fetta dei clienti Apple - che vuole qualcosa di inedito ed esclusivo. 5.000€ (diamo per scontato che da noi non costerà mai 3.500€) sono molti, ma già oggi sono in tanti ad aver sborsato una cifra simile per il proprio MacBook Pro o per il proprio Mac Pro.
Non sono quindi tanti in assoluto. Tutto sta a vedere se Apple sarà capace di mantenere tutte le promesse fatte. Se sarà stata insomma in grado di fare di nuovo quella magia che ci fece esclamare “WOW!” la prima volta che usammo pollice e indice per fare il pinch to zoom (il gesto per ingrandire le foto che rese celebre il primo iPhone).
Insomma, questo è davvero un bel banco di prova per la Apple post Steve Jobs, perché è la prima volta che l’azienda, che finora ha marciato piuttosto bene macinando record finanziari uno dopo l’altro, si cimenta con un dispositivo così innovativo, dirompente e visionario.
Saremo ancora qui, tra qualche mese (si parla di inizio 2024), per verificare con mano se le promesse avranno trovato riscontro positivo o negativo. Nel frattempo, se ancora riponete fiducia in Apple, mettete via i soldi.
SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?1
Anche questa settimana parliamo di WhatsApp. L’app di messaggistica di Meta consentirà finalmente, ripeto FINALMENTE, di inviare foto ad alta qualità. Credetemi, questa era veramente una sciagura, lo sanno soprattutto i tanti che lavorano con le foto e con la grafica, per i quali le foto inviate tramite Whatsapp erano diventate un incubo. La funzione per inviare foto in qualità HD è attualmente in beta sia per iOS che per Android. Arriverà dunque a breve, ma attenzione, non lascerà la foto inalterata. Applicherà sempre una leggera compressione, ma sarà comunque decisamente meglio delle foto standard. Insomma bene ma non benissimo.
Come probabilmente saprete, Netflix ha adottato da qualche tempo una politica contro la condivisione degli account. La decisione ha scatenato molte polemiche, soprattutto perché per molto tempo l’azienda aveva invece quasi “incoraggiato” questo comportamento per diffondere il servizio. Ora, dopo aver bloccato la possibilità di condividere l’account (o meglio, ha messo la funzionalità a pagamento), gli iscritti sono tornati ad aumentare. Dopo un iniziale crollo degli abbonamenti, i dati registrati dal 23 maggio negli Stati Uniti sono più alti persino rispetto al periodo della pandemia. Si parla del 102% di crescita rispetto alla media degli ultimi 60 giorni, con 73.000 nuove iscrizioni al giorno. Le aziende, si sa, hanno la memoria corta. Prima ti dicono che condividere l’account è bene, poi ti fanno pagare.
Carlo Calenda, segretario di Azione (e leader, non si capisce ancora se insieme o meno a Matteo Renzi, di quello che viene definito “Terzo Polo”) ha presentato una proposta per vietare i social network ai minori di 13 anni. Per i ragazzi dai 13 ai 15 anni servirebbe invece il consenso di un genitore. La proposta è interessante, perché sappiamo ormai bene che l’uso dei social network sta creando enormi problemi negli adolescenti. Nonostante ciò, presenta dei grossi dubbi, soprattutto di fattibilità. L’argomento è molto interessante, ci starebbe bene una puntata di Insalata Mista. Ne riparleremo.
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Infine un gioco, che sarà uno dei consigli fissi di questa rubrica. Questa settimana è uscito Diablo 4, un titolo molto atteso dagli appassionati della saga. È un titolo importante, praticamente il creatore del genere Hack and Slash. Se volete approfittarne, ecco qui il link delle varie versioni per console:
Diablo IV per PS5
Diablo IV per PS4
Diablo IV per XBOX
TI SEI PERSO LE PRECEDENTI PUNTATE?
N.18 È vero che Elon Musk ha ricevuto l'ok per impiantarci un chip nel cervello?
N.15 La vera informazione, senza intelligenza artificiale, è spacciata
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
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Franco Aquini
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.