Dormire separati da sposati (o conviventi)
Dormire separati è un'abitudine sempre più diffusa, anche se socialmente continua a essere poco accettata. Perché preferiamo dormire insieme? Quando è nata questa abitudine? Quali vantaggi ci sono?
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La parola di oggi: Sleep divorce, ovvero il "Dvorzio del sonno", una formula utilizzata per descrivere la tendenza delle coppie che scelgono di dormire in letti o stanze separate, nonostante vivano sotto lo stesso tetto.
IL MENÚ DI OGGI
Domire da soli offre un sacco di vantaggi. Il primo in assoluto è il riposo e il miglioramento della salute che ne consegue. Allora, perché dormiamo insieme?
Le ragioni del letto matrimoniale condiviso affondano le radici nel passato. Una scelta economica, ma anche di conforto per affrontare il buio della notte;
Ciò nonostante, pur non avendo più particolari necessità economiche per farlo, dormiamo insieme al nostro partner nell’80% dei casi. Lo facciamo perché l’intimità della coppia va oltre il sesso.
» DORMITE SONNI TRANQUILLI
Ci risiamo, stiamo parlando di qualcosa che non ha a che fare con la tecnologia e con l’intrattenimento. Lo so, qualcuno di voi rimarrà deluso da questo mio divagare con argomenti che c’entrano poco con i primi due argomenti trattati da Insalata Mista. Però, l’argomento di oggi, c’entra sicuramente con il terzo, l’attualità.
Gli americani si interrogano parecchio sull’opportunità o meno di dormire insieme. In Italia lo facciamo un po’ meno, però è un fenomeno che esiste e di cui forse non parliamo perché abbiamo un po’ vergogna. Perché non dormire insieme fa pensare subito a problemi di coppia. Al fatto che non ci sia più intimità.
Eppure, quando capita per cause di forza maggiore di dover dormire da soli, inevitabilmente si scoprire quanto sia più riposante. Non ho scritto “meglio”, ho scritto “riposante”, che è diverso. Poi uno decide di rinunciare a questo vantaggio per averne altri, probabilmente.
Si rinuncia ad avere tutto il letto per sé, si sopporta il partner che russa e anche le finestre chiuse d’estate per un bene superiore. Ok, ma quale? Perché lo facciamo ancora? Da dove nasce quest’abitudine?
Ho provato a rispondere, prendendo come spunto qualche ricerca americana e diversi articoli che si interrogano su questo. Tranquilli, dalla prossima Insalata torneremo a parlare di tecnologia, dormite sonni tranquilli (con chiunque voi condividiate il letto).
Buona lettura.
Franco A.
» NONOSTANTE I DISAGI, CONTINUIAMO A DORMIRE INSIEME
Il dato di certo fa riflettere: una coppia su cinque, negli Stati Uniti, dorme in letti separati. A volte lo fa addirittura in stanze separate. È un fenomeno che ho personalmente riscontrato anche in diverse coppie di conoscenti. La mia reazione è sempre stata di sorpresa, ma a ragionarla bene, non dovrebbe apparire così strano.
Navigando in internet si trovano parecchie analisi, studi e pareri di medici e sessuologi sulla questione. Si perché, parliamoci chiaramente, se uno pensa a una coppia convivente o sposata che dorme in letti o (ancora peggio) in stanze separate, cosa viene da pensare immediatamente? Che qualcosa non funziona più e subito dopo che questi non facciano sesso. Figuriamoci, come se fosse la vicinanza in un letto a scatenare l’appetito sessuale (magari anche, in alcuni casi, ma non è di certo solo la vicinanza).
No, dormire separati può essere una scelta salutare e di civiltà, ma ci sono un bel po’ di cose da specificare. Anzi, si potrebbe dire che per una volta i vantaggi siano tanti quanto gli svantaggi. E in ultimo c’è anche una cosa da non sottovalutare: non tutti hanno spazio o stanze a disposizione. Insomma, ogni caso fa a sé.
Il sondaggio parla chiara: il 20% degli americani dorme separato
A gennaio di quest’anno, il New York Times ha commissionato un sondaggio realizzato su 2.200 americani e sulla loro vita di coppia notturna. Il risultato ha mostrato il dato di cui sopra: una coppia su cinque dorme in letti separati e due terzi di queste dormono separate tutte le notti, non occasionalmente.
I motivi per cui questa scelta non è solo legittima, ma persino salutare, sono diversi. I medici stessi lo indicano: un partner che russa, ad esempio; uno che si muove troppo, oppure la diversa temperatura corporea, che vorrebbe uno dei due sempre coperto e l’altro perennemente con l’aria condizionata accesa. Tutto questo può compromettere seriamente il riposo e di conseguenza la salute.
Mettiamoci anche situazioni particolari come orari di lavoro diversi (pensate a una coppia dove uno ha il turno diurno e l’altro il turno notturno), oppure dove uno dei due vuole dormire con un figlio o con un animale da compagnia.
Sono tutte situazioni che inevitabilmente disturbano il sonno. Un sonno disturbato significa riposare male e vivere la giornata successiva negativamente. Se ci pensiamo bene, sono cose che possono compromettere molto di più la serenità della coppia rispetto al dormire in stanze diverse.
Dormire separati, inoltre, significa avere più spazio a disposizione e poter dormire liberamente senza incontrare “ostacoli” durante i movimenti notturni. Significa poter tenere accesa la luce per leggere un libro fino all’ora desiderata senza rischiare di disturbare il proprio partner.
C’è poi forse un’ultima deriva moderna da considerare, che è un po’ un effetto della sindrome di Peter Pan: quello di mantenere la propria cameretta anche da adulti. Ricreare insomma quell’ambiente familiare di quando si era ragazzi, in casa dei propri genitori. Avere entrambi una cameretta personale, con il proprio armadio, i propri giochi, il proprio spazio personale, aiuta sicuramente a sentirsi eternamente adulti-giovani.
Per quanto psicologi e sessuologi si sforzino di trovare motivazioni contro o a favore di questa o dell’altra soluzione, nessuno potrà mai giudicare qualcosa che nasce spontaneamente all’interno di una coppia. Ciò detto, però, condividere lo stesso letto offre naturalmente più occasioni di intimità. E con intimità non ci si riferisce per forza al sesso, ma anche a semplici gesti di affetto, come una carezza o il tenersi la mano.
Dormire insieme offre anche l’occasione di guardare un film o una trasmissione insieme, commentarla, farla diventare motivo di discussione. A letto, ce lo insegnavano bene i compianti Sandra e Raimondo di Casa Vianello, ci si confronta su quello che è successo durante la giornata. Si ha, in altre parole, quel momento “forzato” di confronto che magari non si è avuto durante la giornata, per parlare anche di cose più delicate, che richiedono un momento di tranquillità e di calma, senza che un telefono squilli o che sopraggiunga qualcun altro (per esempio un figlio) a interrompere il discorso.
Insomma, c’è un motivo se dormiamo nello stesso letto, che va al di là del sesso, ed è un motivo che resiste negli anni nonostante la palese scomodità della situazione. I motivi per cui sarebbe meglio dormire separati li abbiamo già visti prima. Quindi perché dormiamo nello stesso letto da secoli? Ma soprattutto, da quando dormiamo nello stesso letto? E perché?
Perché dormiamo nello stesso letto?
I motivi per cui si dorme insieme sono da cercare nella storia e hanno a che fare con tutto, tranne che con la sessualità o l’intimità. Si dormiva insieme per tenersi caldo, per proteggersi dai ladri, perché la notte fa da sempre paura e quindi si tende a stare vicini. Ma si dormiva insieme anche perché i letti costavano tantissimo. In questo articolo de Il foglio, di parla del testamento di William Shakespeare, che lascia alla moglie “il secondo miglior letto di casa”, ovvero quello matrimoniale. Il primo, probabilmente, era quello per gli ospiti.
Ma la storia ci racconta di un letto che va molto oltre la coppia e ospita tutti, figli e persino zii e nonni. Chi di voi ricorda l’originale “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” del 1971? Il piccolo e poverissimo Willy viveva in una sola stanza con genitori e nonni, che dormivano appunto in un unico letto.
Le ragioni del “lettone matrimoniale” sono quindi quasi esclusivamente di natura economica: un unico letto perché costava tanto e perché così ci si scaldava. Tutte ragioni che oggi, quantomeno nel mondo industrializzato, non hanno più motivo di esistere. Eppure non riusciamo a liberarci di questo retaggio.
Sono in tanti a interrogarsi su questo. C’è sicuramente uno stigma sociale rappresentato dal dormire separati. Socialmente è la prova di un problema di coppia, per cui si preferisce, anche quando si decide di separare i letti, non parlarne.
Jon Methven, sul The Atlantic, racconta della sua meravigliosa notte passata sul divano, dopo che un ospite li aveva costretti a ospitare il figlio nel lettone matrimoniale, insieme alla moglie in gravidanza. Sostiene Methven:«Dormire, proprio come correre una maratona o masticare del cibo, è un’attività solitaria. Riposiamo fisicamente uno di fianco all’altro, ma dormiamo da soli». Quindi, perché perseveriamo nel dormire insieme?
Poi aggiunge, forse centrando il punto:«Dormiamo insieme non perché è economicamente conveniente, ma perché siamo esseri affettuosi. Le nostre menti hanno bisogno di riposo, ma le nostre menti hanno anche bisogno di cameratismo e intimità e sussurri. L'ansia e lo stress sembrano meno intimidatori se discussi con un partner mentre si indossa il pigiama. È importante parlare delle nostre giornate sdraiati fianco a fianco, discutere di bambini e situazioni domestiche, spettegolare su vicini e colleghi, pianificare per il domani nei confini delle camere private. Ci coccoliamo, ridiamo. Alla fine di ogni giorno rimuoviamo i pesanti mantelli che abbiamo indossato per affrontare il mondo, e vogliamo farlo sdraiati accanto ai nostri migliori amici, per sapere che non siamo soli».
E su questa considerazione mi sento di poter chiudere questa Insalata molto intima. Perché questa volta, a differenza di altre, non esiste una soluzione che valga per tutti. Ognuno, all’interno della coppia, vive il rapporto e il sonno come preferisce, ma è sicuramente curioso notare come nonostante tutto, l’80% degli americani intervistati dal New York Times preferisce continuare a preservare un’abitudine antica di secoli, anche se oggi non esiste più anche soltanto una delle cause che l’hanno originata. Forse ha proprio ragione Methven: siamo essere affettuosi e abbiamo bisogno di intimità, prima che di tutto il resto.
» CONSIGLI PER L’ASCOLTO
Prima di passare alla rubrica Sfama la F.O.M.O., un piccolo suggerimento di ascolto. Da mesi partecipo infatti a un podcast che parla di videogiochi e di mercato dell’intrattenimento. Il Podcast si chiama Insert Coin e lo realizza il mio amico, collega e compagno di merende Massimiliano Di Marco. Insert Coin è anche una newsletter qui su Substack. Anzi, a dirla tutta Insalata Mista è nata proprio grazie a Insert Coin.
Ecco, se avete piacere di ascoltare una chiacchiera sui videogiochi fatta da me e Massimiliano, potete trovarla qui:
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?1
Spotify non conosce sosta e annuncia importanti novità. La prima è ufficiale: su Spotify arriveranno gli audiolibri. Da subito per gli utenti di Spotify Premium di Regno Unito e Australia, entro fine anno per gli Stati Uniti e in Europa chissà quando, ci sarà la possibilità di ascoltare 15 ore al mese di audiolibri, scelti da una libreria di oltre 150.000 titoli. La seconda notizia è invece ufficiosa: potrebbe arrivare il tanto chiacchierato piano per la musica in alta qualità, conosciuta come loseless, ovvero senza la perdita di qualità dovuta alla compressione. Questo piano potrebbe chiamarsi Spotify Supremium e dovrebbe costare 20$ al mese. Piccola nota a margine: Apple Music offre già molti album con qualità lossless e audio spaziale nel piano base.
Qui su Insalata Mista non parliamo spesso di musica, però lo faremo sempre più spesso, promesso. Mi sembra notevole la notizia dell’uscita di “The Dark Side Of The Moon Redux”, la versione reimmaginata, riarrangiata e completamente rivista del classico dei Pink Floyd, uno dei dischi più influenti della storia moderna, da parte del suo principale autore: Roger Waters. Il disco, tra l’altro, esce in occasione del cinquantesimo anniversario del capolavoro dei Pink Floyd. L’avesse fatto qualcun altro avremmo gridato al sacrilegio, ma quando a riscrivere le parti di un disco che ha venduto 40 milioni di copie è uno dei suoi autori, beh, diventa difficile criticarlo. Waters ha detto:«Dave, Rick, Nick e io eravamo così giovani quando abbiamo realizzato [l'originale], e quando guardi il mondo intorno a noi, chiaramente il messaggio non è rimasto impresso. Ecco perché ho iniziato a considerare cosa la saggezza di un ottantenne potrebbe portare a una versione reinventata».
Sony Pictures Core, un nuovo servizio di video on demand, arriva su PS4 e PS5. Un altro Netflix sul mercato? Non proprio. Il servizio di Sony infatti garantirà una qualità superiore alla media. Si parla di qualità Bluray 4K, che potrà toccare un bitrate di 80 Mbps (se non vi dice niente, sappiate che è molto), ma soprattutto di un catalogo che offrirà l’accesso anticipato a film proiettati al cinema (come Gran Turismo per alcuni paesi, tra i quali non c’è l’Italia). La notizia forse più interessante però è che per gli abbonati a PlayStation Plus Premium ci siarà un catalogo di più di 100 film accessibili gratuitamente, tra cui Final Fantasy XV, Elysium e Resident Evil Damnation.
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
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Franco Aquini
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.