La soglia di attenzione e il mito del pesce rosso 🐟
Circola in rete una leggenda secondo cui, a causa di internet, la nostra soglia di attenzione si sarebbe abbassata tanto da scendere sotto quella di un pesce rosso. È possibile? E cosa c'entra TikTok?
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La parola di oggi: short form, i contenuti veloci, che in pochi secondi devono tenere alta l’attenzione fino alla fine del video. Diventati popolari con TikTok, hanno contagiato presto anche gli altri social come Instagram e YouTube.
IL MENÚ DI OGGI
Un video di Poldo, streamer popolare tra i più giovani, mette in luce un fenomeno poco noto tra gli adulti: quello dei video brevi che propongono più soggetti insieme;
Lo scopo di questi video è quello di trattenere il più a lungo possibile l’attenzione dei più giovani (e non solo), la cui soglia di attenzione è definitivamente crollata a causa dall’abbondanza dell’offerta di nuovi contenuti;
I social network come TikTok, e più in generale internet, secondo una leggenda popolare in rete, avrebbe fatto scendere la nostra soglia di attenzione sotto quella di un pesce rosso. È davvero così?
» YouTube, TikTok e I Griffin: ne sappiamo troppo poco 📺
Recentemente, durante uno dei momenti in cui condivido la tavola con la mia famiglia, abbiamo guardato un video di uno streamer molto popolare tra i più giovani. Aggiungo anche che, dopo aver visto un bel po’ dei suoi video, lo ritengo essere uno dei più intelligenti e interessanti nel panorama.
Si chiama Andrea Parisi, meglio noto come Poldo, ed è un ragazzo nato nel 2001, quindi è poco più che ventiduenne. Non vi parlo di lui per consigliarvi tutti i suoi video però, ma uno in particolare. Uno in cui si parla di deficit dell’attenzione e conseguenze nell’uso di social come TikTok e più in generale dell’uso di internet.
Precisiamo una cosa: nel video si fa riferimento a un falso mito che gira su internet, ovvero quello secondo cui l’attenzione dell’uomo è scesa così tanto da essere inferiore a quella di un pesce rosso. Vi sembra possibile? No, e infatti non lo è (e nel video, Poldo lo spiega bene).
Il video di Poldo, che vi linko più sotto, è di estrema attualità ed è davvero interessante (oltre che fatto benissimo) perché evidenzia quali possono essere i reali pericoli nell’uso indiscriminato dei dispositivi connessi, soprattutto per i più giovani. Nel video si parla principalmente di TikTok, ma i contenuti di cui parla Poldo sono sbarcati ormai anche sulle altre piattaforme, quindi non fa granché differenza.
Sono sicuro che molti di voi, esattamente come il sottoscritto, ignorino la diffusione di certi tipi di video su TikTok dove si mischiano diversi soggetti. Si tratta di una nuova tipologia di contenuti, sempre più diffusi e virali, che difficilmente vedremo passare sui nostri feed social da adulti.
Noi adulti annoiati, siamo di sicuro più facilmente attratti da temi come il cibo, temi politici di facile consumo come l’immigrazione, oppure da temi ipnotici come la pulizia di auto o tappeti (più sotto trovate il link all’Insalata sui tappeti) e altri argomenti che catturano la nostra attenzione da “boomer”.
Ma laggiù, nel profondo dei feed studiati dal perverso algoritmo delle piattaforme social, ci sono dei contenuti fatti appositamente per i più giovani, il cui linguaggio ci è totalmente sconosciuto. Ecco, quello che ha fatto Poldo è questo: ci ha aperto una porta che altrimenti non saremmo stati in grado di aprire, non solo mostrandoci cosa guardano le generazioni precedenti alla nostra, ma anche quali sono le meccaniche che portano questi video a diventare virali.
Buona lettura.
Franco A.
» IL MITO DELL’ATTENZIONE DEL PESCE ROSSO
Come al solito, meglio fare prima un po’ di contesto: la leggenda di cui si accenna nel video di Poldo è quella secondo cui la nostra attenzione sia scesa sotto la soglia critica dei 10 secondi, 8 per l’esattezza, per via della diffusione di internet.
Secondo questa leggenda, esisterebbero fonti scientifiche secondo le quali l’attenzione del pesce rosso sarebbe invece di circa 9 secondi. L’essere umano, in altre parole, dopo l’arrivo di internet, sarebbe capace di mantenere l’attenzione per un tempo inferiore a quella di un pesce rosso. Vi sembra possibile? Qualcuno potrebbe dire che a giudicare in base al livello medio della classe dirigente politica l’affermazione sia verosimile, ma no, non è così.
Ora, che l’arrivo degli smartphone e più in generale dei social abbia minato la nostra capacità di mantenere l’attenzione, è un dato di fatto. Sono soprattutto le notifiche a minare la nostra capacità di attenzione, come dimostrano diversi articoli e ricerche a riguardo.
Molti di questi, per esempio, insistono sulla differenza tra abilitare la vibrazione del telefono oppure impostarlo in maniera completamente silenziosa e a faccia in giù. Il solo rumore della vibrazione, quello che gli anglofoni chiamano con un termine onomatopeico “buzz”, è già sufficiente per distogliere la nostra mente da quello su cui si era concentrata.
Ho letto un articolo sul Sole24ore a riguardo che spiega molto bene la questione. Non è un articolo scientifico, ma ci sono le fonti che dimostrano quello che in fondo sappiamo tutti: l’attenzione è un muscolo che, come tale, va allenato. Non esiste una soglia di attenzione media, esiste quanto siamo abituati e allenati a mantenerla alta.
Tuttavia, nel video di Poldo, si fa un’ipotesi diversa e interessante: cosa succede se, anziché allenare l’attenzione, ci si lascia andare a qualsiasi tipo di stimolo esterno ed elementare? Cosa succede se a una mente giovane, già di per sé incline alla scarsa attenzione, si lascia pieno accesso a dispositivi connessi e social network?
TikTok sta distruggendo la nostra attenzione?
Innanzitutto, nel suo video, Poldo pone l’attenzione su un formato che è diventato molto popolare insieme e grazie a TikTok, che è il formato dello short form. Un formato che si contrappone al long form, che è invece un formato più ricco di contenuto che è molto in voga sulle testate giornalistiche di approfondimento, ma anche nei video su YouTube (come questo video di Poldo, appunto).
Gli short form sono diventati talmente popolari da essere stati copiati da tutte le piattaforme social, principalmente Instagram e YouTube, in risposta a una delle paure principali che le piattaforme hanno, ovvero che l’utente utilizzi lo scroll (o lo skip) prima del tempo.
Lo scroll (anche detto “swipe”) è lo spauracchio di questo millennio, qualcosa che mi piace accumunare a quello che fu il telecomando per l’epoca della televisione come principale mezzo di intrattenimento. All’epoca, per l’emittente televisiva, il rischio maggiore si nascondeva nella possibilità del telespettatore annoiato di prendere il telecomando e cambiare canale, soprattutto durante la pubblicità. Oggi invece a preoccupare è la velocità con cui l’utente annoiato, con lo smartphone in mano, possa dare quell’impulso elementare al pollice per fare “swipe” e cambiare così video.
Dunque i video devono essere capaci di fare una cosa soltanto: catturare l’attenzione nel più breve tempo possibile. E come possono farlo? Ecco qui che arriviamo a questo formato di short form di cui molti di noi non sospettano l’esistenza.
Si tratta di video in cui vengono proposti due o più soggetti, solitamente un video di una seria animata popolare (nel caso specifico “I Griffin”) e il gameplay di un gioco con caratteristiche precise, “ipnotici”, come per esempio gli endless-run1. La teoria è che se non ti interessa il video de “I Griffin”, il tuo sguardo (e la tua attenzione) passeranno al gameplay del gioco e viceversa, allungando il tuo tempo medio sul video.
Più tempo passiamo sul video senza scrollare, più l’algoritmo della piattaforma intuirà la validità del video stesso e lo farà diventare virale, garantendo più visibilità sia al video che al suo creator. Facile no? E se tutto ciò non bastasse, ovviamente esistono video con più di due soggetti. Per capirci, ve ne metto uno qui sotto.
L’importanza della noia
Ritorno per un attimo sull’articolo di Gilberto Corbellini sul Sole24ore, in cui si dice che la mente, appena può, si mette a vagare per conto suo. Il ché non è ovviamente un male, anzi! Perdersi nei propri pensieri è alla base di qualsiasi meccanismo creativo, e ci si perde più facilmente nei propri pensieri quando ci si annoia.
Arrivo a dire che, con tutta probabilità, le più grandi invenzioni scientifiche e artistiche siano nate da un momento di estrema noia in cui si è lasciata la mente vagare.
Mi viene in mente quello che scrisse Albert Einstein nel 1907:
«Stavo seduto in poltrona all’Ufficio brevetti a Berna quando all’improvviso mi ritrovai a pensare: "Se una persona cade liberamente, non avverte il proprio peso". Rimasi stupefatto. Questo pensiero, così semplice, mi colpì profondamente, e ne venni sospinto verso una nuova teoria della gravitazione»
Quello che invece dovrebbe colpire noi, molto più semplicemente, è che questo pensiero gli venne mentre faceva il suo lavoro da impiegato all’ufficio brevetti di Berna, 8 ore al giorno per 6 giorni la settimana. Un lavoro probabilmente molto noioso per la sua mente brillante e tuttavia il contesto perfetto per permettere alla sua mente di vagare e produrre pensieri che poi posero le basi per rivoluzioni scientifiche di portata epocale.
Ecco dunque che il concetto di noia diventa fondamentale. Se ci si annoia, si lascia la mente vagare e se la mente vaga, prima o poi produce qualcosa. Ma oggi la noia, purtroppo, è fortemente osteggiata. Con pochi euro puoi abbonarti a piattaforme che ti offrono quantità esagerate di contenuti, ottimamente prodotti e realizzati in modo da tenerti sempre attaccato allo schermo.
Addirittura, anche senza pagare, si possono guardare migliaia di ore di contenuti su YouTube o Twitch. Abbiamo creato il binge watching per far sì che non si dovesse più aspettare una settimana tra un episodio e l’altro di una serie TV. Perché aspettare se sei preso da un contenuto che potrebbe portarti a guardarne un altro episodio e un altro ancora finché non ti addormenti? E in tutto questo, quanto tempo hai lasciato alla tua mente per vagare libera? Zero.
Quanto tempo lasciamo ai nostri figli per annoiarsi?
Se la noia è fondamentale per lasciar la nostra mente vagare, quanto tempo lasciamo ai nostri figli per annoiarsi? Provate a pensare alla nostra infanzia. Quanto ci siamo annoiati? Parlo per me: tantissimo. Ricordo pomeriggi passati a cercare qualcosa da fare. In TV i canali erano 6 o poco più, uno o al massimo due trasmettevano cartoni animati e se non c’era quello che ti piaceva, la TV si spegneva. I videogiochi erano pochissimi e costavano tanto. Se li avevi finiti tutti, anche quello era escluso.
Cosa capitava allora? Capitava che preso dalla noia, magari ti costringevi a fare anche attività che ritenevi più noiose, come aprire un libro. E così, magari, scoprirvi che leggere era meno noioso di quello che immaginavi. E poi, senza accorgertene, ti ritrovavi immerso in mondi fantastici che nessun cartone animato avrebbe mai saputo rappresentare.
Proviamo a riportare la stessa situazione ai giorni nostri: la TV è completamente esclusa perché puoi trovare tutte le serie che vuoi su un tablet o su uno smartphone e se rimani senza giochi, lo stesso smartphone ti può offrire centinaia di giochi gratis.
Se anche ti impegni, annoiarti sarà praticamente impossibile. E dunque perché dovrebbe venirti in mente di fare un’attività difficile, noiosa e impegnativa come leggere, quando hai a disposizione migliaia di ore di contenuti più facili da fruire?
«Signora mia, si stava meglio quando si stava peggio»
No, non è la solita litania del “si stava meglio ai tempi nostri”. Si sta meglio oggi, dove con una rapida ricerca su internet si può arrivare a raccogliere il materiale per una ricerca che trent’anni fa avrebbe richiesto giorni, ore passate a girare per biblioteche o librerie. Oggi, se hai i mezzi e la voglia, puoi fare tutto da casa, da località remote e in poco tempo. Ma devi averne voglia, sia chiaro.
Il video di Poldo serve proprio a questo: ci mette in guardia da un fenomeno che a noi adulti è completamente trasparente. Perché per quanto ci possiamo professare adulti al passo con i tempi o genitori “giovani”, c’è sempre una distanza generazionale che è incolmabile e che rende certi contenuti di difficile lettura da parte di noi appartenenti a un’altra generazione. Semplicemente, un certo tipo di comicità o di contenuti non li capiamo, ed è giusto e sano che sia così.
Poldo sottolinea anche un altro fatto fondamentale: i contenuti sono cambiati radicalmente. Gli stessi film o serie televisive hanno ritmi completante differenti da quelli di vent’anni fa. Figuriamoci i film anni ‘60 o ‘70.
Avete mai provato a guardare il primo Star Wars (episodio IV)? Se non lo ricordate, fatelo. Lo troverete di una lentezza e di una noia assoluta. Poi provate a guardare l’ultimo episodio e, al di là dei confronti e dei giudizi artistici, scoprirete che di mezzo c’è tutto il cambiamento che il cinema ha fatto negli ultimi decenni per tenere lo spettatore incollato allo schermo.
Oggi non siamo più in grado di guardare un film di quegli anni. A meno che non ci alleniamo a farlo. Torniamo quindi al discorso dell’allenamento, ovvero all’attenzione come muscolo, esattamente come la memoria.
Sono capacità che l’uomo, in quanto essere razionale e intelligente sicuramente più di un pesce rosso, può sviluppare semplicemente riconoscendo che un lungo articolo di giornale può darci molto di più di un video short di 20 secondi su TikTok.
Ok, ma il senso di questo long form qual è?
Non voglio trarre una morale da tutto questo. Non c’è un messaggio nascosto tra le righe di questa Insalata. Vanno bene anche gli short form da 20 secondi su TikTok, io stesso me li guardo con gusto e molti di questi mi danno un sacco di spunti per gli approfondimenti che faccio quotidianamente (di cui alcuni diventano poi l’insalata). La differenza la fa la capacità di riuscire a fare anche l’altra cosa, ovvero saper mantenere l’attenzione alta a sufficienza per un long form.
Del resto, se siete capaci di leggere una newsletter da 12.000 caratteri fino a qui, sicuramente non sarete tra quelli che hanno deficit di attenzione. Quello che però dobbiamo cercare di fare è cominciare a fare allenare anche i più giovani, loro che sono inondati di contenuti interessanti ma troppo “facili”.
Ecco, magari si potrebbe fare qualcosa proprio a scuola, dedicare qualche ora (anche pomeridiana) alla lettura di cose noiose. Perché se poi i ragazzi si distraggono e non seguono la lezione, allora anche quel vagare libero della mente sarà positivo, perché sperimenteranno qualcosa che non sono più abituati a fare: annoiarsi.
» COSE MOLTO UTILINK 🔗
Gli articoli più interessanti che ho letto in settimana, insieme ai link utili o semplicemente curiosi che ho trovato in giro per internet.
Molto interessante questo articolo del The Wall Street Journal secondo cui gli adolescenti gradirebbero essere “tracciati” dai propri genitori. L’avreste mai detto? (accesso con paywall)
Per chi, come me, sul conflitto israelo-palestinese ha tutto fuorché certezze, consiglio questo articolo di Alana Zeitchik su New York Times.
» CONSIGLI PER L’ASCOLTO 🎧
Scopro ancora troppo spesso che in molti non conoscono i Podcast di Pablo Trincia, straordinario autore e narratore di Podcast come questo “Dove nessuno guarda - Il caso Elisa Claps”. Se non l’avete mai ascoltato, vi consiglio anche il suo altro grande successo “Il Dito di Dio”, basato sul racconto del naufragio della Costa Concordia.
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?2
Elon Musk ha lanciato, dopo averlo annunciato, il suo progetto di intelligenza artificiale chiamato xAI. La X è ovviamente il suo riferimento alla piattaforma X con cui ha cambiato il nome di Twitter. La piattaforma sarà accessibile da un gruppo ristretto di persone e, a detta di Musk, è la migliore in circolazione. Vedremo.
Gli utenti Europei che vorranno utilizzare Facebook e Instagram senza vedere più pubblicità potranno, a partire da novembre, sottoscrivere il nuovo abbonamento che costerà 9,99€ al mese. Fino al primo marzo questo canone mensile varrà per tutti gli account collegati al Centro Gestione Account (accessibile all’indirizzo https://accountscenter.facebook.com), quindi per esempio all’account Facebook e Instagram collegato. Da marzo in avanti, al contrario, bisognerà pagare un canone mensile per ogni account. 10€ al mese (o 20 nel caso dei due account) valgono l’esperienza social senza pubblicità?
Nella precedente Insalata dedicata alla mobilità elettrica, concludevo scrivendo che la concentrazione di investimenti in questo settore del mercato automobilistico avrebbe portato presto l’industria e la scienza a trovare soluzioni alternative anche a tutto quello che oggi ci preoccupa, come l’uso del Cobalto e di altre risorse la cui estrazione crea problemi di sfruttamento della terra e degli esseri umani. Ecco, appunto, che questa ricerca dell’Università di Tokyo risponde proprio al problema del Cobalto nelle batterie.
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
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Franco Aquini
Gli endless run sono giochi molto popolari soprattutto su smartphone e piattaforme mobili. Si tratta di giochi la cui visuale è posta alle spalle del personaggio. Al giocatore spetta soltanto spostare il protagonista del gioco, che corre all’infinito, verso sinistra o verso destra per evitare gli ostacoli. Ovviamente, su questa stessa formula, esistono molte varianti.
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.