L'anno in cui creeremo Terminator senza accorgercene
A mettere insieme alcune notizie uscite nelle ultime settimane, ne emerge uno scenario ben preciso: i robot umanoidi sono ormai realtà.
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Steve Jobs diceva che bisogna imparare a unire i puntini. Lui lo diceva con un altro significato, vero, ma vedere connessioni tra fatti apparentemente distanti, spesso può aiutare ad anticipare fenomeni di grande impatto, quando non vere e proprie rivoluzioni.
In queste ultime settimane sono accaduti fatti che, messi in rapida successione, danno una sensazione ben precisa di quello che sta capitando nel mondo e che dovrebbe, se non proprio spaventarci, quantomeno farci prendere coscienza che qualcosa sta accadendo. Quel qualcosa riguarda la macchina e la corsa che ha iniziato verso la competizione con l’essere umano, se non altro in alcuni specifici settori.
Abbiamo assistito dunque alla prima chat pubblica alimentata da una rete neurale, ovvero ChatGPT. Non è la prima né sarà l’ultima implementazione di un’intelligenza artificiale generativa, ovvero capace di creare, ma è certamente la prima con la quale chiunque può parlare liberamente, anche in italiano, capace di parlare e capire un linguaggio perfettamente naturale è scorrevole. ChatGPT sa tutto, le hanno dato in pasto decenni di web da apprendere e non solo. Le si può chiedere qualsiasi cosa e a qualsiasi cosa risponderà. Tenete bene a mente questo dato: sebbene si faccia risalire l’origine delle reti neurali al primo neurone artificiale ideato nel 1943 da W.S. McCulloch e Walter Pitts, le applicazioni pratiche sono ben più recenti. Basti pensare che OpenAI - la società che ha creato ChatGPT e DALL-E, lo strumento che crea immagini a partire da un testo - è stata fondata appena nel dicembre 2015. Sette anni per vedere i primi, straordinari frutti.
Diamo forma (umana) all’intelligenza
Quando parliamo di intelligenza artificiale, ne parliamo con stupore e ammirazione. Quasi mai con ansia o disagio, come è giusto che sia. Se però la immaginassimo all’interno di un corpo dalle fattezze umane, la cosa probabilmente cambierebbe. Allora è giusto chiedersi: “quante aziende nel mondo stanno lavorando a robot umanoidi?” e la risposta sarebbe una sorpresa, perché in effetti non sono moltissime (servono davvero fiumi di miliardi a perdere), ma quelle che ci sono stanno riportando progressi incredibili.
Ne prendiamo soltanto due: la prima è Hanson Robot, fondata da David Hanson e con sede a Hong Kong, ovvero (ormai) in Cina. Sul sito capeggia una scritta: “We bring robots to life”. E poi: “Hanson Robotics is an AI and robotics company dedicated to creating socially intelligent machines that enrich the quality of our lives”. Diamo la vita ai robot, creiamo macchine con intelligenza sociale. Se provate a guardare qualche video del loro robot più famoso, Sophia, scoprirete che non sono molto lontani dall’obiettivo.
"Va bene, hanno creato un bel viso capace di fare qualche espressione, d’accordo, ma Sophia non ha le gambe, non cammina, si muove come un robot e non come un essere umano”. Vero, Sophia non ha ancora la capacità di muoversi come un essere umano. Sapete invece chi lo fa? Atlas di Boston Dynamics, questi ultimi già famosi per molti altri robot in grado di muoversi imitando essere umani e quadrupedi.
Nel video qui sopra, il loro robot Atlas non solo si muove in modo agile e veloce, mantenendo l’equilibrio e facendo salti e piroette, ma usa anche l’intelligenza per trasformare l’ambiente a suo beneficio: dove non c’è uno scalino, Atlas lo crea con gli oggetti che trova. Ah, giusto per essere precisi, Boston Dynamics è responsabile anche della creazione di BigDog, un quadrupede sviluppato per scopi militari grazie ai generosi finanziamenti della DARPA, ovvero la Defense Advanced Research Projects Agency statunitense. Però la proprietà di questa società, dopo essere passata per le mani di Google e poi di Alphabet, è oggi di Hyundai Motor Company.
Il metallo che si scioglie come il T1000 e la pelle sintetica
È arrivato ora il momento di dare un po’ di colore con due notizie che non sono poi così campate in aria come potrebbe sembrare. Cominciamo dalla prima, riportata dalla testata scientifica Science. Alcuni ricercatori cinesi e americani hanno mostrato un piccolo modellino dalle sembianze di un robot capace letteralmente di sciogliersi e poi di riprendere le sembianze originali tramite il riscaldamento e il raffreddamento delle sue particelle magnetiche. Non proprio un T1000, d’accordo, ma è impossibile non far viaggiare la mente al nemico giurato di Arnold Schwarzenegger in Terminator 2.
La seconda notizia riguarda invece i ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore che, stando alle dichiarazioni, avrebbero ricreato la pelle umana. Anzi, molto di più di quella umana, perché la pelle sintetica avrebbe una sensibilità molto maggiore di quella umana, tanto che riuscirebbe ad avvertire un oggetto avvicinarsi ancora prima che avvenga il contatto.
Un professore dell’università ha dichiarato al The US Sun: “Abbiamo creato una pelle artificiale con una sensibilità superiore a quella umana”.
Insomma, i robot umanoidi non saranno esattamente dietro l’angolo, ma è certo che tutte le strade sembrano portare lì. D’altronde non che ci fossero molti dubbi: se la storia ci ha insegnato qualcosa, è che quello che i più grandi scrittori di fantascienza hanno soltanto immaginato, prima o poi diventa realtà. Magari anche col loro contributo, come è successo più di una volta.
SFAMA LA FOMO!
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.
Secondo un ex dipendente di Meta (ovvero Facebook), l’app di Facebook per smartphone condurrebbe dei test che drenerebbero la batteria del dispositivo in modo consistente. Il fatto non deve stupire più di tanto, alzi la mano chi non ha mai sospettato che l’app di Facebook consumasse parecchia energia dello smartphone
Sono in molti a chiedersi se la realtà virtuale avrà o meno un futuro roseo. Di certo, però, Apple è tra le aziende che ci stanno credendo. Un altro segno arriva dal rumor secondo cui l’azienda di Cupertino starebbe lavorando a un software per permettere a sviluppatori e utenti comuni di creare app in realtà aumentata utilizzando Siri, ovvero con il semplice uso della voce.
Non c’è forse contesto più adatto di questa puntata di Insalata Mista per parlare di raggio traente, ovvero quel raggio con cui, nei film di fantascienza, un’astronave ne attrae un’altra al suo interno. Ebbene, il raggio traente potrebbe diventare realtà. Come riportato da populmechanics.com, infatti, l’esperimento in laboratorio effettuato con un microscopico raggio traente, noto come “optical tweezers”, è riuscito ad attrarre atomi e particelle. Piccola nota a margine: anche in questo caso, si tratta di ricercatori cinesi.
UN’ALTRA PARTITA?
Sono sempre di più i giochi gratuiti compresi nell’abbonamento di Netflix. Per chi non lo sapesse, con l’abbonamento al servizio di video on demand, è possibile scaricare gratuitamente molti giochi su piattaforme iOS e Android, spesso produzioni di buon livello che erano a pagamento fino a poco tempo fa. Tra le novità, segnaliamo Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder Revenge, l’ultimo titolo uscito con protagoniste le tartarughe ninja.
TI SEI PERSO LA PRECEDENTE PUNTATA?
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Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
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Franco Aquini