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Avatar di Marco Poggesi

Sono di un’altra generazione, quella silenziosa, e fin da piccoli ,abitando a Milano in un quartiere allora periferico ed oggi semicentrale , il gioco principale era di rincorrere una palla, di qualsiasi cosa fosse fatta.( Altri giochi senza palla :mago libero, coguaro , lippa e più si era meglio era anche perché allora era facile trovarsi in una dozzina e più di amici ,inverno ed estate , con i compiti da fare e senza , almeno un paio d’ore insieme ,ma questo meriterebbe un discorso più ampio.)

Da giocare a scegliere una squadra del cuore il passo è breve ,e di conseguenza tifare a distanza , perchè andare allo stadio senza fratelli o cugini più grandi era impossibile.

Poi cresci e ti trovi a praticare un altro sport, nel caso la pallacanestro, a fare trasferte sempre più lunghe ,a trovare tifoserie più o meno scalmanate , a dover scegliere tra la carta e il salame , a lasciare lo sport per lo studio e , confesso, non sono mai riuscito a essere un tifoso sfegatato ma ho seguito con simpatia un paio di squadre dello sport che ho praticato .

Però , in fondo al cuore, c’è sempre un posto per la squadra di calcio scelta da bambino.

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Avatar di Franco Aquini

Grazie per averci fatti entrare in questo pezzetto di vita Marco. Chiaramente il tifo non è sempre una cosa negativa. Anzi, forse nel tuo caso potremmo parlare di affezione, perché dalle tue parole traspare la parte più sana e positiva dello sport. Su quello nessuno può avere nulla da dire, chiaramente. Spero si sia capito che invece parlavo della parte più malata e tossica, che però non c'entra niente con quello che hai raccontato tu. Ancora grazie

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Avatar di Valeriano Brignoli

Allora quando in Skyrim mangi i componenti alchemici per impararne una delle caratteristiche, è perché il Sommo Todd si è ispirato a veri scienziati! Mind blowing!

Scherzi a parte, ottima Insalata, anzi, sono curioso di leggere la controparte salina, da buon iperteso. Ma rimango d'accordo con te, che il troppo stroppia, altrimenti l'adagio non sarebbe nato, no?

Tifo: tutto vero, pure io non seguo il calcio e non capivo (e tutt'ora non capisco) come si possa avere passione per un qualcosa così noioso come dieci persone che rincorrono un pallone. Gli stessi comportamenti, come dici tu, sono riportati in tutti gli ambienti dove c'è un "noi" e un "loro", credo sia il nostro essere tribali, ci vuole cultura per riuscire a superare questi sentimenti di pancia, che sono pure attizzati da post social, articoli e servizi video e non.

È un continuo lavoro su se stessi.

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Avatar di Franco Aquini

Ahia, mi sono fregato da solo con l'Insalata sul sale (iperteso pure io, comunque :-D ). Grazie come sempre Varleriano, anche per le considerazioni sull'essere tribali

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