7 Commenti
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Avatar di Alfredo Codecasa

Ho letto con attenzione l’articolo che denuncia in modo molto realistico gli effetti della denatalità in Italia: squilibri nel sistema pensionistico, carenza di manodopera, rallentamento economico. Tutto vero. Ma vorrei proporre una riflessione più profonda.

Se l’unica soluzione per mantenere in piedi l’attuale modello è “aumentare la popolazione” – con più nascite o più immigrazione – allora stiamo solo alimentando lo stesso meccanismo che ci ha portato fin qui. È il classico circolo vizioso della crescita infinita: più persone servono per mantenere i consumi, finanziare le pensioni, sostenere i servizi. Ma poi queste persone invecchiano, e il ciclo ricomincia. Fino a quando?

Forse dovremmo avere il coraggio di porci una domanda scomoda: è davvero sostenibile un sistema che ha bisogno di crescere continuamente per non collassare? O sarebbe il caso di ripensare profondamente il modello economico e sociale su cui si regge?

Questo non significa ignorare i problemi legati alla denatalità. Ma forse dovremmo vederli anche come un’occasione per cambiare prospettiva: puntare su un’economia della qualità, non della quantità; valorizzare le tecnologie per aumentare la produttività; ridisegnare i sistemi di welfare e pensioni non solo in funzione del numero degli attivi, ma della sostenibilità complessiva; rivedere il nostro concetto di benessere.

In fondo, ogni crisi è anche un’opportunità. A patto di non cercare sempre le soluzioni nei vecchi schemi.

Sarebbe interessante approfondire questo essenziale dibattito.

Grazie per aver evidenziato un problema molto trascurat.

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Avatar di Franco Aquini

Alfredo lei tocca non solo un nervo scoperto, ma anche un argomento che mi sta molto a cuore: il sistema economico e, mi faccia dire, il cosiddetto "modello di sviluppo consumista", che si basta su un crescita costante. Crescita economica, crescita dell'occupazione, crescita degli abitanti, ecc.

Ha ragione a dire che bisognerebbe fermarsi a ripensare tutto. Figuriamoci, con me sfonda una porta aperta. Il problema è la fattibilità. Prendiamo per esempio le nuove tecnologie. In un mondo perfetto, nella cui illusione io mi cullo quotidianamente, l'intelligenza artificiale dovrebbe consentire di lavorare tutti meno e godere della ripartizione delle maggiori risorse guadagnate. Mi spiego: un'azienda riesce a ridurre l'esigenza di personale del 50%? Benissimo, guadagnerà di più e quei guadagni possono alimentare il welfare, lo stato sociale, la sanità.

Purtroppo come andrà a finire nel mondo reale lo sappiamo già, perché è già successo in occasione della rivoluzione industriale prima e con l'arrivo dell'informatica e della robotica poi. Succederà quello che è sempre successo: aumenterà il divario tra super ricchi e super poveri.

Nonostante ciò è giustissimo porsi il problema e non smettere di credere e di lavorare per un sistema migliore, che non sia drogato dalla crescita costante e che sia più sostenibile anche per il pianeta. E la ringrazio molto di questo suo commento, oltre che per aver letto questa Insalata.

Grazie di cuore

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Avatar di Diego Guidi

Ma non è un problema di soldi, anche a soldi infiniti se ci sono 200 anziani ed un medico o una medica e zero infermieri, il problema rimane.

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Avatar di Franco Aquini

Verissimo. Certo è che se oltre a non avere medici e infermieri non c'hai nemmeno i soldi, allora è durissima :-)

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Avatar di Mattia Sabatini

Bravo bella analisi, triste da leggere ma importante. Grazie

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Avatar di Franco Aquini

Ma grazie a te per aver letto e commentato. È sempre un onore.

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Avatar di Diego Guidi

la miopia dei politici però è guidata dagli elettori, e con la maggioranza degli elettori anziani è inevitabile che la politica guardi agli interessi dei propri elettori, alla fine è la democrazia

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