La chiusura di Voice Of America, antenata di internet e della libertà di espressione
L’amministrazione Trump ha chiuso Voice Of America, la storica emettente radiofonica nata nel 1942 per contrastare la propaganda nazista e che ancora oggi rappresentava la libertà di stampa.

Molti di noi pensano che internet e il web abbiano rappresentato la prima rete di informazione completamente libera, raggiungibile da ogni parte del mondo, ma evidentemente non è così. Prima della rete informatica, c’è stata la rete costituita dall’etere, dalle radio, che hanno rappresentato la prima fonte di informazione realmente democratica e libera del mondo. Attenzione, questo è importante: non dell’occidente, bensì del mondo intero.
La radio, ovviamente, nacque prima del 1942, ma in quell’anno, negli Stati Uniti, venne avviato un progetto innovativo volto a portare l’informazione realmente libera in tutto il mondo, soprattutto nelle zone di guerra e nei paesi totalitari, dove la libertà di stampa e di informazione più in generale erano ostacolate dai regimi locali.
Fu in quegli anni che si costruì il mito dell’America come paese esportatore di valori assoluti come la libertà e la democrazia e forse, in qualche modo, è significativo che il simbolo più importante di questa libertà sia stato chiuso proprio dall’amministrazione Trump, seguendo un programma che ha come obiettivo di facciata “il risparmio di denaro da parte dei contribuenti americani”.
Scopriremo che questa storia è stupefacente per diversi motivi: il primo tecnologico (visto che siamo su una newsletter che parla principalmente di tecnologia), perché una trasmissione a onde corte più arrivare da un continente all’altro con un segnale radio; secondariamente perché è un primo esempio di come l’uomo, in situazioni molto particolari, abbia saputo unirsi e fare fronte comune contro i regimi totalitari, annullando ogni differenza di lingua, cultura o credo religioso.
La storia di Voice of America è quindi una straordinaria storia, unica nel suo genere, di libertà, fratellanza e unità di tutte le popolazioni mondiali.
Perché è stata chiusa Voice of America
Ufficialmente, Voice of America (da ora in poi la chiameremo col suo acronimo più noto, VOA), è stata chiusa nel piano di tagli ai costi dell’amministrazione pubblica, quell’enorme piano che sta seguendo direttamente Elon Musk e che già ha fatto parlare di sé sia per le decisioni drastiche prese, sia per le modalità con cui sono state eseguite.
Circa un migliaio di dipendenti dello staff di VOA è stato infatti licenziato via email e privato istantaneamente degli strumenti di lavoro. Del resto è quello che Musk ha fatto all’indomani dell’acquisizione di Twitter e infatti, ancora oggi, lo strumento funziona male o peggio. Cosa potrà mai andare storto se questa stessa logica viene applicata al paese più potente del mondo?
La decisione sembra essere stata presa direttamente dal capo di X, visto che su X ha rilanciato un post con le parole di Richard Grenell - diplomatico e politico statunitense - che recitava “I CONTRIBUENTI STATALI FINANZIANO I MEDIA STATALI DI ESTREMA SINISTRA: È ORA DI CHIUDERLI. Radio Free Europe e Voice of America sono organi di informazione pagati dai contribuenti americani. Si tratta di media di proprietà statale. Questi organi di informazione sono pieni di attivisti di estrema sinistra. Ho lavorato con questi giornalisti per decenni. È una reliquia del passato. Non abbiamo bisogno di organi di informazione pagati dal governo”.
Musk, nel riportarlo, ha aggiunto:”Sì, la chiuderemo.
1. L'Europa è libera ora (senza contare la soffocante burocrazia). Pronto??
2. Nessuno li ascolta più.
3. Sono solo pazzi della sinistra radicale che si parlano addosso mentre bruciano 1 miliardo di dollari all'anno di denaro dei contribuenti americani.”
Ed ecco che col famoso tratto di penna, cioè uno di quei decreti esecutivi con i quali il presidente americano sta riempiendo quotidianamente la stampa internazionale, Trump ha messo in congedo amministrativo lo staff di di un’emittente che ormai trasmetteva e pubblicava ovunque, tramite radio a onde corte, ma anche tramite satellite o tramite internet. Trump ha infatti soppresso sette agenzie federali, tra cui USAGM, l’ente che supervisionava VOA, causando l'interruzione di altri servizi come Radio Free Europe, Radio Free Asia e Martí Noticias (Cuba).
Molte organizzazioni, come Reporter Senza Frontiere (RSF), hanno criticato duramente la decisione, parlando di una minaccia alla libertà d'informazione globale e hanno espresso preoccupazione per il futuro dei giornalisti di USAGM incarcerati all’estero, invitando il Congresso e la comunità internazionale a reagire.
La gloriosa storia di VOA
Voice of America è stata fondata nel 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale con un obiettivo preciso: contrastare la propaganda nazista diffondendo notizie accurate e imparziali. Era infatti supervisionata dalla United States Agency for Global Media e trasmetteva in 46 lingue.
Durante la Guerra Fredda, VOA venne utilizzata per contrastare l’influenza dell’Unione Sovietica trasmettendo notizie non censurate anche nei paesi in cui vigevano dei regimi restrittivi. Lo faceva tramite l’uso di una tecnologia tanto primordiale quanto stupefacente ancora oggi: le onde corte.
Ne parleremo in un paragrafo più avanti, ma vi basti sapere che con un’antenna posizionata in un continente si poteva arrivare addirittura in un altro. Questo fatto però portò alcuni regimi a creare delle trasmissioni in grado di disturbare il segnale di VOA, tramite una tecnica detta “jamming”, utilizzata ancora oggi per disturbare segnali che passano via etere, come i segnali di posizionamento satellitare, il wi-fi o i segnali cellulare.
Nel 1976, il presidente americano Gerald Ford firmò la Carta di Voice of America, che imponeva all’emittente (imponeva, sottolineo) di fornire notizie accurate, obiettive e complete, non rappresentative di un’unica parte della società americana ma di tutta e di fatto proteggendo l’integrità del giornalismo da interferenze governative.
Questo era Voice of America, forse il pilastro più alto del giornalismo mondiale e delle difesa della libertà e dell’informazione libera, cancellata da un governo a cui la libertà, forse, piace poco
Come funzionava Voice of America e le onde corte
Ma come faceva un’emittente americana ad arrivare in tutto il mondo? VOA veniva trasmessa tramite onde corte, che è una tecnologia che viene tutt’ora utilizzata ed è capace di coprire distanze davvero enormi.
Si tratta di onde radio con lunghezze d’onda arrivano ai 100 metri e corrispondono a frequenze comprese tra i 3 e i 30 MHz circa. A differenza delle onde medie (note con la sigla FM), non si propagano soltanto in linea retta - il che rappresenterebbe un limite per la distanza raggiungibile per via della curvatura terrestre - ma rimbalzano sulla ionosfera, cioè sugli strati ionizzati dell’atmosfera e così facendo, cioè rimbalzando di continuo tra terra e cielo, riescono a coprire distanze enormi. Questo fenomeno è anche noto col nome di “skywave” e consente a questo segnale di coprire anche migliaia di chilometri.

Le onde corte riescono quindi a percorrere fino a 2.000km con un solo salto, ma possono arrivare a dieci volte tanto con salti multipli. Pensate, 20.000km con un solo segnale radio è veramente pazzesco, anche se distanze del genere richiedono condizioni molto particolari, che devono incrociare l’ora del giorno, l’attività solare, il tipo di frequenza utilizzata e molto altro.
Non pensiate poi che si arrivi a coprire una distanza del genere con un trasmettitore domestico. Un’antenna capace di trasmettere da un paese all’altro, è costituita da un complesso di tralicci enormi. Trovate un esempio dello storico impianto di trasmissione di Greenville, in North Carolina, qui.
Le radio a onde corte si diffusero rapidamente anche perché le radio riceventi erano dispositivi relativamente semplici ed economici che è possibile acquistare ancora oggi per poche decine di euro e sono distinguibili per la sigla SW (short wave) o HF (High Frequency).
La lista delle radio che ancora oggi trasmettono a onde corte è piuttosto lunga e si può trovare sul sito www.short-wave.info. Vi stupirete nel sapere che anche la Cina ha una radio a onde corte, China Radio International, che trasmette in varie lingue tra le quali l’italiano sulle frequenze 7265 kHz alle 20:30 e 7345 kHz alle 18:00 UTC.
Cosa ne rimane oggi e perché è un disastro solo per Trump
Oggi Voice of America è un simbolo, più che uno strumento utilizzato dai popoli come mezzo d’informazione e pertanto si continua e se ne continuerà a parlare senza utilizzare il passato. Voice of America rimarrà per sempre il simbolo dell’informazione libera al servizio della libertà dei popoli e la decisione di chiuderla può influire soltanto sulla limitazione del mezzo originale su cui è stata fondata: la trasmissione radio.
Oggi esistono mille sistemi per trasmettere l’informazione in modo totalmente libero da controlli, in barba sia ai regimi totalitari, sia ai governi che flirtano quotidianamente con la limitazione della libertà, anche se mascherata dalla presunta necessità di efficientamento.
Trump e Musk possono aver licenziato mille dipendenti di un’emittente storica e messo in pericolo giornalisti imprigionati in paesi non democratici, ma non possono impedire la diffusione di tramissioni libere, del giornalismo antisistema, tramite il web, tramite i social network, tramite il dark web se necessario. Quello che invece otterrà l’attuale governo degli Stati Uniti da questo gesto, speriamo che diventi chiaro a più persone possibile, è la sua volontà di silenziare gli oppositori con tutti i mezzi possibili, il che non è né democratico né tantomeno vicino ai valori fondativi dell’America e pertanto, prima o poi se ne accorgeranno anche i suoi elettori, profondamente anti-americano, altro che America First.
Trump può aver silenziato il simbolo dell’informazione libera, ma ben poco potrà fare contro lo spirito di resistenza che spinge gli uomini a cercare la libertà anche attraverso un’informazione libera. La voce della libertà, anche se non sarà più quella di Voice of America, continuerà a vivere nella rete.
» PENSIERI FRANCHI: Il prezioso valore della noia
→ “Pensieri Franchi” è il mio editoriale. O meglio, i miei pensieri in libertà.
C’è stato un tempo in cui mi annoiavo tanto, tantissimo. C’è stato un tempo in cui tutti, più o meno quelli della mia generazione e di quelle precedenti, ci siamo annoiati a morte. Erano quei pomeriggi in cui non si poteva uscire a giocare e in cui si erano già fatti tutti i compiti, oppure non si aveva voglia di farli. Io, poi, a giocare fuori non andavo. Non mi era permesso e comunque non ne sentivo il desiderio. Il motivo era semplice: la zona dove sono cresciuto, soprattutto negli anni 80, non era tranquillissima, quindi sia i miei genitori che io stesso, preferivamo che rimanessi a casa.
A casa però, fino all’avvento delle prime console da gioco - ma anche dopo, visto che i giochi a disposizione erano ben pochi -, mi annoiavo e molto. Ho un ricordo preciso di me ciondolante, indolente, con l’espressione del viso tra lo sconfortato e il rassegnato, che giravo per casa lamentandomi con mia mamma “mamma che faccio?”. Non c’era internet, non c’era YouTube, non c’erano gli smartphone, a volte chiamavo al telefono il mio amico, ma le telefonate costavamo e dopo dieci minuti mia madre cominciava a farmi segnacci di ogni genere che andavano dall’indicare un orologio immaginario al polso al mimo di lei che mi avrebbe rotto le ossa con qualsiasi oggetto contundente avesse reperito in cucina.
Fu proprio in uno di quei momenti che, nel pieno della disperazione da noia, presi in mano un libro e ne lessi qualche pagina. Mi annoiai e dopo poco lo posai al suo posto. Poi però, il giorno dopo, lo ripresi e ne lessi ancora una pagina o due finché la storia non cominciò a intrigarmi e così finii per leggerlo tutto. Questa, in breve, è la storia di come ho iniziato a leggere, una cosa che potrebbe sembrare banale, ma che non lo è affatto. Non lo è soprattutto per le nuove generazioni, che di libri ne leggono pochissimi. E non è, come verrebbe facile intuire, una loro colpa. Non è nemmeno degli adulti questa volta, e tantomeno degli insegnati (forse solo un po’, loro la responsabilità ce l’hanno sempre un pochino perché qualche lettura a scuola si potrebbe pure dare, anche se il programma ministeriale non lo prevede esplicitamente).
Ora però non voglio fossilizzarmi sulla lettura, perché è troppo facile scadere nel solito discorso “signora mia, i giovani di oggi non leggono più”. Non è questo il senso di questo Pensiero Franco. Il senso è un altro e parte dalla realizzazione di una banalità assoluta e cioè che finché si ha un’alternativa più intrigante, più intrattenente, più divertente, si tende a prediligere quella, giusto? Dunque tutte quelle attività che prevedono una fase più o meno lunga di apprendimento, per essere finalmente godute e assimiliate, rischiano di essere perdute per sempre se non scatta lei, la noia. Solo con la noia si è disposti infatti a tentare quello che solitamente non ci sogneremo mai di tentare.
Se qualcuno ci dicesse che un film è un capolavoro che bisogna guardare assolutamente, ma che ha un inizio estremamente lungo e tedioso, pensate che ci decideremmo a guardarlo quando abbiamo decine di alternative più stimolanti o quando ormai il catalogo langue e quel film è magari l’unico che abbiamo a disposizione? La seconda, ovviamente, perché quando non sai più cosa guardare e in casa hai magari 5 VHS o DVD che hai guardato fino allo sfinimento, una possibilità la dai pure a quel film che non avresti guardato nemmeno a pagamento e lì, solo in quel momento, magari scopri un capolavoro che ti appassiona e magari finisci per diventare un appassionato, un culture e un intenditore di un intero filone. E tutto questo non sarebbe mai successo se avessi avuto semplicemente un’alternativa troppo vasta per poterti dedicare a quello che sembrava troppo noioso da dedicargli del tempo.
Di nuovo: la noia. quanto si devono essere annoiati i più grandi geni della storia della scienza e dell’arte? Quanto deve essere stato forte il desiderio di chi, alla luce di una candela, la sera prendeva in mano uno spartito e si immaginava le voci degli strumenti di un’orchestra nella propria testa? D’altronde era l’unica cosa che potevi fare, se volevi ascoltare musica quando non c’erano riproduttori musicali, quando non c’era nemmeno la corrente e la musica potevi ascoltarla o dal vivo, o nel segreto della tua testa.
Ecco, il Pensiero Franco di oggi lo voglio dedicare alla noia e al valore nascosto che ha. A quel potere che possiede di indurci a fare quello che altrimenti non avremmo mai provato a fare. Grazie alla noia sono sicuro siano nati i più grandi geni della nostra storia e oggi, ahimè, a forza di inseguire l’intrattenimento ad ogni costo di ogni secondo della nostra vita, c’è il rischio concreto che di persone che si appassionino a cose complesse, noiose e ostiche ce ne siano sempre di meno. Forse perché oggi è impossibile annoiarsi e le occasioni di pensare “ora cosa faccio?” Sono sempre meno.
Chissà se il talento e il desiderio di imparare qualcosa sono così interconnessi alla noia o seppure sono innati e indipendenti e pertanto se devono uscire usciranno lo stesso. Questo ovviamente non lo so però, per quanto mi riguarda, alla noia devo dire un grosso grazie. Grazie noia, per tutto quello che mi hai fatto scoprire.
Franco A.
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?1
Firefly, missione lunare completata con successo: Blue Ghost 1 raggiunge tutti gli obiettivi
La missione Blue Ghost 1 di Firefly Aerospace si è conclusa con successo il 16 marzo, dopo due settimane sulla Luna in cui ha completato tutti gli esperimenti scientifici previsti dalla NASA. Il lander ha raccolto 51 GB di dati, osservato un’eclissi solare totale e catturato per la prima volta in alta risoluzione il misterioso bagliore del tramonto lunare. Tra le attività, anche trivellazioni fino a 90 cm di profondità, raccolta di campioni con azoto compresso, misure magnetotelluriche e studi sulla dinamica delle polveri durante l’allunaggio. Blue Ghost 1 ha funzionato anche per 5 ore nella notte lunare e Firefly tenterà di ristabilirne i contatti ad aprile. La prossima missione, Blue Ghost 2, partirà nel 2026 verso il lato nascosto della Luna.
Fonte: DDay.it
Meta AI arriva anche in Italia: chat intelligente su WhatsApp, Instagram e Messenger
Meta ha ufficialmente lanciato Meta AI in Italia e negli altri Paesi UE: da oggi è disponibile come chatbot all’interno di WhatsApp, Messenger e Instagram. Gli utenti possono interagire con l’IA scrivendo “@MetaAI” nelle chat e ricevere risposte, anche con informazioni prese dal web. Si tratta della versione testuale più semplice, senza funzioni multimodali, immagini o audio, che restano esclusiva dei mercati extra-UE. Meta sottolinea le difficoltà incontrate a causa del regolamento GDPR: il modello lanciato in Europa non è stato addestrato con dati degli utenti europei.
Fonte: DDay.it
Google compra Wiz per 32 miliardi di dollari: la più grande acquisizione della sua storia
Google ha annunciato l'acquisizione di Wiz, startup specializzata in cybersicurezza cloud, per 32 miliardi di dollari: è la più grande operazione della sua storia. Fondata nel 2020, Wiz è cresciuta rapidamente grazie a soluzioni "agentless" che proteggono le risorse cloud senza software da installare. Dopo un primo tentativo fallito nel 2023 (23 miliardi), Google ha rilanciato e punta a integrare Wiz in Google Cloud entro il 2026, previa approvazione antitrust. Wiz continuerà a offrire i suoi servizi anche su piattaforme concorrenti come AWS, Azure e Oracle.
Fonte: DDay.it
L’UE indaga sui sussidi cinesi a BYD per la fabbrica in Ungheria
La Commissione Europea ha avviato un’indagine su presunti sussidi illegittimi del governo cinese a BYD per il nuovo stabilimento in Ungheria da 4 miliardi di euro. L’impianto, che dovrebbe produrre 200.000 veicoli elettrici l’anno, potrebbe beneficiare di aiuti statali in violazione delle regole UE sulla concorrenza. Bruxelles teme un vantaggio sleale per BYD e un impatto limitato sull’economia locale. Se confermate le irregolarità, potrebbero scattare sanzioni. Intanto, BYD frena i progetti in altri Paesi europei, Italia compresa, mentre le tensioni commerciali con la Cina si inaspriscono.
Fonte: DMove.it
Northvolt dichiara fallimento: sfuma il sogno europeo delle batterie per auto elettriche
Northvolt, la startup svedese simbolo dell’indipendenza europea nella produzione di batterie, ha dichiarato bancarotta con un debito di oltre 7,5 miliardi di euro. Nonostante il supporto di Volkswagen e Goldman Sachs, l’azienda non è riuscita a soddisfare gli ordini e ha subito gravi ritardi produttivi. Oltre 5.000 i lavoratori coinvolti, mentre aziende come Porsche e BMW devono rivedere le proprie strategie. Il fallimento mette in crisi l’intera strategia industriale dell’UE e rafforza la posizione dei produttori cinesi come CATL, sempre più presenti nel mercato europeo.
Fonte: DMove.it
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
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Franco Aquini
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.
Pezzo molto interessante. Grazie