Commodore ora ha sede a Roma, e ha una storia incredibile
Ho intervistato il CEO di Commodore Industries alla Milan Games Week, ovvero l’azienda che ne ha rilevato il marchio nel 2021. La storia che mi ha raccontato è pazzesca e al tempo stesso suggestiva.
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
La parola di oggi: retrogaming, ovvero giocare con computer e console del passato. Il termine, tra gli appassionati, è al centro di discussioni perché non è chiaro cosa andrebbe considerato “retro” e cosa no.
» PENSIERI FRANCHI: Vince il talento o l’ostinazione?
Questo editoriale, che da questo numero ho deciso di chiamare “Pensieri franchi”, sta prendendo una piega sempre più personale e molti lettori di questa newsletter, che ormai hanno da tempo superato quota 1000, non la gradiscono, lo so. Ciononostante, mi ripeto sempre che questa newsletter è nata come un mio bisogno personale di scrivere e, seppure sia cosciente di non essere un firma importante, sono sicuro che qualcuno tra di voi si troverà a pensare “ecco si, è esattamente così che la penso anche io”.
Questo editoriale avrà comunque una connessione con il tema dell’Insalata, lo scoprirete andando avanti, ma per ora lasciatemi parlare un po’ a vuoto.
Mi sono trovato in settimana a mettere a confronto la conoscenza con la caparbietà, il talento con l’ostinazione. Ovvero le persone che indubbiamente sanno molte cose e sono esperte di una determinata materia, che sanno fare molte cose, com quelle un po’ meno capaci ma che hanno una grandissima forza di volontà. Sono arrivato a determinare che quasi mai le prime offrono i vantaggi e i benefici che possono offrire le seconde. Questo perché le prime, quasi sempre, mancano di quella qualità di cui invece abbondano le seconde: la caparbietà, appunto.
Tra poco arriverò al punto, ma prima lasciatemi raccontare un veloce aneddoto: durante una puntata di Tintoria, podcast che adoro ascoltare mentre lavoro, Jacopo Fo ha raccontato di come la nonna ripetesse di continuo al figlio (Dario Fo) che da grande avrebbe vinto un Nobel. E conclude chiedendosi:”Mio padre ha vinto il premio Nobel perché è stato bravo o perché sua madre gli ha ripetuto fin da quando era bambino che l’avrebbe vinto?”.
È una domanda che dovrebbe rappresentare un grande insegnamento per tutti noi, perché fondamentalmente c’è una sola differenza tra chi ha talento e chi non ce l’ha: il tempo. Mi spiego: quando studiavo musica mi capitava spesso di notare che chi aveva talento, non arrivava per forza a eseguire meglio un pezzo di chi il talento non ce l’aveva, semplicemente ci arrivava prima. Il talento in fondo è proprio quello: pur non avendo mai affrontato una cosa, sai già come risolverla. Ce l’hai innato dentro, “sei portato”, si direbbe.
Chi invece il talento non ce l’ha, deve applicarsi il doppio, il triplo, il quadruplo, ma può arrivare allo stesso risultato. Certo, ci metterà molto più tempo, il che lo esclude da qualsiasi possibilità di carriera in quell’ambito, ma ciò non toglie che possa arrivare allo stesso risultato. Il fatto è che, nel fare quell’enorme sforzo che è obbligato a fare, il non talentuoso apprenderà un’altra grande qualità, che è una capacità di sacrificio che invece al talentuoso rimarrà ignota. E infatti, quando capita quell’incrocio raro e al tempo stesso magico di talento e caparbietà, nascono i grandi artisti, che però sono rari e diventano appunto casi isolati di successo.
Questa settimana però mi chiedevo quanto possa, in molti ambiti, essere preferibile la caparbietà al talento. Se vado da un medico molto esperto, che però proprio in grazia di questa sua sapienza mi visiterà con superficialità, quante possibilità avrò di individuare un problema rispetto invece alla visita meticolosa e scrupolosa di un medico meno talentuoso che però, proprio perché cosciente di questa sua minor conoscenza, si prenderà la briga di analizzarmi in maniera approfondita? Forse non è un caso che in molte aziende da anni si conducono test psico-attitudinali, prima di assumere in base al semplice corriculum.
È un po’ come quando impazzii dietro a un problema che aveva la mia auto, su cui si sono confrontati meccanici esperti e pseudo guru della meccanica, che mi hanno sostituito quasi ogni pezzo sostituibile dell’auto senza risolvere e poi, capitato per disperazione in una piccola officina di periferia, incontrai un meccanico anziano che mi disse:”Sai che c’è? Io non trovo il problema, contatto la casa madre” e mi risolse il problema con 18€ e una telefonata.
Tante parole per dire una cosa: se pensate di non avere qualità in una campo specifico, sappiate che avete di fronte la più grande opportunità che esista: la capacità di fare bene qualsiasi cosa.
Buona lettura.
Franco A.
» DA APPASSIONATO A PROPRIETARIO DEL MARCHIO: LA STORIA INCREDIBILE DELLA NUOVA COMMODORE ITALIANA
La storia che vi racconto oggi arriva dalla Milan Games Week di quest’anno, che si è conclusa poco più di una settimana fa. Una storia che, lo scoprirete, ha a che fare con l’editoriale di poco sopra. Girando tra gli stand, mi ha incuriosito quello di Commodore, storico marchio che ha dato la vita al Commodore 64, il computer che ha sdoganato l’home computing prima di qualsiasi altro.
Sapevo che il marchio era stato acquisito da un’azienda italiana tempo fa, ma non avevo mai approfondito la cosa. Quest’anno invece, spinto dalla curiosità per due notebook con marchio Commodore presenti sullo stand, ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Luigi Simonetti, CEO di Commodore Industries Srl. Vi propongo qui l’intervista integrale.
Franco A.: Come succede che si riesce a rilevare un marchio così importante e storico come Commodore? Ci racconti un po' la storia di questa avventura?
L. Simonetti: Molto volentieri. È la storia di una vita perché ho iniziato con il Commodore a 7 anni e ora ne ho 48. È una storia anche molto personale perché nasco da una famiglia umile, che non mi ha potuto concedere molto tranne la tecnologia. Mia madre si è impegnata tantissimo per permettermi di avere tutti i Commodore usciti sul mercato, fino a un certo punto in cui, a causa di un incidente, ho perso la vista e sono rimasto al buio per circa 26 mesi. Poi, grazie a un chirurgo, ho recuperato la vista da un occhio. La cosa divertente in questa brutta storia è che il Commodore è stata l’ultima cosa che ho visto e la prima che ho rivisto. In quel caso mia madre mi disse “se non diventi il capo di Commodore ti ammazzo!”.
Mia madre purtroppo è scomparsa a causa di una brutta malattia e l’ultimo giorno le ho promesso che sarei diventato il capo di Commodore e spero di esserci riuscito in qualche misura. Ci ho messo anni a cercare di capire come rilevare il marchio, con un sacco di studi e investimenti, ma alla fine ci sono riuscito. Ora ci troviamo a Roma, ci occupiamo di ingegneria informatica e di videogiochi. Stiamo presentando i nostri laptop a questa Milan Games Week 2023.
Franco: Quindi Commodore oggi ha sede a Roma. Facciamo un identikit: chi siete, cosa fate e a chi vi rivolgete?
Simonetti: Commodore è una realtà che opera nell’informatica a 360 gradi ed è composta da 3 business unit: la più importante è la Commodore Engineering, con cui sviluppiamo software tailor-made per i maggiori player del mercato italiano. E con Commodore Academy facciamo anche formazione. Mentre invece con Commodore Sinapsy facciamo game development e game design. Siamo circa 100 persone, abbiamo 3 sedi nel mondo e stiamo cercando di riportare in auge questo fantastico marchio. Prima di essere amministratore di Commodore Industries sono un vero appassionato, conservo tutti i miei Commodore che accendo spessissimo. Mi fa ricordare quanto è importante aspettare e avere pazienza, non andare sempre di corsa. La maggior parte delle volte le cose vanno meritate, vanno costruite col tempo e con la pazienza.
Franco: Voi avete rilevato il marchio che eravate già una realtà presente sul mercato, giusto?
Simonetti: Si certo, opero nel settore e sono un ingegnere da 24 anni. Avevo già un’azienda che contava molti dipendenti, eravamo circa 50. Poi, rilevando il marchio abbiamo aumentato le business unit e avuto l’opportunità di presentare l’azienda con un nome molto importante. Siamo riusciti quindi a conquistare altre fette di mercato. È un marchio che ti consente tante opportunità ma richiede anche tante responsabilità perché non si può andare in giro a usarlo con leggerezza, bisogna farlo con etica e con passione.
Franco: Sgombriamo il campo da un po’ di dubbi: cosa c’entrate voi con la rivisitazione moderna del Commodore 64?
Simonetti: Assolutamente niente, non ho nulla da dire a quei ragazzi (quelli di Retro Games Ltd, che commercializza le versioni rivisitate dello storico Commodore 64 NdR), il retrocomputing lo uso e lo apprezzo, ma non lo tollero in quanto Commodore, non sono macchine Commodore. Commodore ci ha insegnato a guardare al futuro, è stata un’azienda pionieristica, di esploratori che hanno trovato soluzioni nuove per problemi comuni. Non potrei mai rappresentare Commodore guardando al passato. Assolutamente no, Commodore è solo futuro, guarda avanti e non c’entra niente col retrocomputing.
Franco: Ho una richiesta personale: si può riprodurre un joystick come si deve, tipo l’Albatross della storica Alberici Spa. È possibile?
Simonetti: Ti svelo un progetto interno che abbiamo in cantiere: un gamepad con natura Commodore ma che sia compatibile con l’intrattenimento odierno che richiede 8 bottoni. Sicuramente sarà molto simile a quello che offre il mercato, ma con un design totalmente Commodore.
Franco: Ok, parliamo un attimo dei prodotti?
Simonetti: Certo, in fiera abbiamo due laptop: C-Book Omnia e C-Book Orion. Omnia è un laptop su piattaforma Intel con processore i7 di tredicesima generazione che monta fino alla scheda video Geforce RTX 4070, quindi una macchina di tutto rispetto. Può montare fino a 256 GB di ram DDR5 e fino a 4 TB di disco. Accanto invece c’è un Orion che monta una CPU Intel i9 di tredicesima generazione, può montare fino alla Geforce RTX 4090 con 16 GB, RAM fino a 512 GB, 8 TB di disco e ha un vantaggio importante per chi lavora nel coding e nella grafica: è raffreddato a liquido e questo ha un enorme vantaggio per lavorare ad altissimo livello con un’agilità estrema.
Franco: Tra l’altro noto che l’Omnia ha un trackpad enorme
Simonetti: Si, il trackpad lo stiamo sviluppando per farlo diventare una tavoletta grafica, per la firma grafometrica e per correzioni di bozze. Lo stiamo progettando per tutti quelli che lavorano nel design e per chi deve usare la tavoletta grafica senza doversela portare dietro.
Franco: A che fascia di mercato e di prezzo puntate?
Simonetti: L’Omnia parte da 1588 €, mentre l’Orion da 2.132€, si possono acquistare sul nostro sito commodore.inc, sono prodotti completamente realizzati in Germania e assemblati sull’ordine del cliente. Non facciamo nulla in Cina, i nostri prodotti vengono assemblati in Germania e finalizzati in Italia. Questo perché vogliamo un pubblico soddisfatto. Il sistema operativo Windows arriva pulito, senza bloatware a bordo, oppure si può scegliere la nostra distribuzione di Linux.
Franco: Ultima domanda: l’assistenza?
Simonetti: Avviene totalmente in Italia. Abbiamo due centri, uno a Roma e uno a Milano. Il cliente viene supportato completamente online con numero verde e chat. La cosa molto interessante è il fatto che, qualora il problema fosse bloccante, ti diamo un muletto in cambio per tutto il tempo necessario. Questo sui modelli Orion e Omnia. Abbiamo poi un terzo modello, Proxima, che è un prodotto da ufficio.
Franco: Ti ringrazio molto!
Simonetti: È stato un piacere!
Parola d’ordine: caparbietà
Capite ora qual è il legame che ci ho visto tra quello che scrivevo nell’editoriale e questa storia che ho intercettato quasi casualmente? La grande caparbietà che ha permesso a questo ingegnere romano di arrivare a rilevare un marchio storico che ha puntato per tutta una vita. A volte bisogna avere culo, certamente. A volte bisogna avere la capacità e l’occasione giusta, non c’è dubbio. Ma in ogni caso, se insisti come un mulo, prima o poi qualcosa arriva.
Ecco, con questo messaggio ottimistico, quasi al limite dei video motivazionali che girano su TikTok, vi rimando alla prossima settimana. E sempre grazie per essere arrivati fino a qui.
» COSE MOLTO UTILINK 🔗
Gli articoli più interessanti che ho letto in settimana, insieme ai link utili o semplicemente curiosi che ho trovato in giro per internet.
» Ci risiamo, sta per abbattersi una valanga di merda su Meta. E questa volta è bella grossa.
Su Meta sta per abbattersi l’ennesima valanga di liquame puzzolente. Dopo un periodo di grazia in cui il suo numero uno, Mark Zuckerberg, è sembrato giganteggiare se confrontato al suo rivale intento a distruggere un social network e un’azienda (immaginerete di chi parlo), ora le cose potrebbero mettersi male… molto male.
Secondo The Wall Street Journal (ma vi linko qui un articolo senza paywall di Business Insider), l’algoritmo di Instagram proporrebbe contenuti sessualmente espliciti con protagonisti minori a chi segue principalmente contenuti per minori. Mi spiego meglio: seguite influencer e account di ragazzini? Instagram vi propone altri contenuti di minori, ma espliciti. E tutto ciò è stato verificato sia con un account creato appositamente dalla redazione del WSJ, sia da The Canadian Centre for Child Protection, che ha replicato lo stesso esperimento. Male male male.
» CONSIGLI PER L’ASCOLTO 🎧
Già che l’abbiamo citato, questa settimana vi consiglio l’ascolto di Tintoria, un podcast che è più un videocast, essendo nato su YouTube. Tintoria è un podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone, esce ogni martedì e ogni puntata c’è un ospite diverso. Mi piace di questo formato, molto disteso e colloquiale, che riesce a tirare fuori dagli ospiti quello che altrove non è mai uscito. Provatelo.
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?1
» Go fuck yourself
Lo so, sembra diventata una rubrica fissa, ma non è colpa mia se non passa settimana che non ne combina una. Questa volta Musk ha risposto direttamente agli inserzionisti che hanno smesso di investire sulla piattaforma pubblicitaria di Twitter in seguito alla questione del tweet antisemita. Lui ha risposto così «Non fate pubblicità, andatevene a fare in culo». Letteralmente, c’è il video qui.
La cosa più divertente è vedere come, di volta in volta, la CEO di Twitter Linda Yaccarino debba inventarsene una nuova per tirare fuori l’azienda dal mare di cacca in cui la mette il suo superiore, nonché proprietario.
» Gli operatori telefonici ne trovano sempre una: da gennaio tariffe più care in base all’inflazione
A quanto pare, da gennaio i costi telefonici aumenteranno in relazione all’inflazione seguendo l’indicizzazione ISTAT. Gli aumenti varranno per i nuovi contratti che sono stati fatti a partire dal 2022. Questi contratti prevedevano infatti che gli aumenti sarebbero partiti al maturare del tasso d’inflazione registrato nel 2023, ovvero a inizio del prossimo anno.
» L’abbonamento di Facebook e Instagram potrebbe venire bloccato
Ha fatto molto discutere l’abbonamento lanciato da Meta sulle piattaforme Facebook e Instagram per andare incontro alle richieste della Comunità Europa in materia di trattamento dei dati personali. Il modo in cui l’ha fatto, non è piaciuto molto alla BEUC, l’associazione europea dei consumatori, e 19 dei suoi membri, fra cui l'italiana Adiconsum, hanno presentato un esposto alla rete delle autorità per la protezione dei consumatori.
Secondo la BEUC, il modo in cui l'abbonamento per evitare le pubblicità viene comunicato è fuorviante e crea un falso senso d'urgenza. Inoltre, per il BEUC "i consumatori non hanno una vera scelta" in quanto smettere di usare il servizio significherebbe "perdere tutti i loro contatti e le interazioni che hanno costruito nel corso degli anni". Da qui la richiesta di bloccare l’abbonamento
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
Se hai apprezzato la newsletter Insalata Mista ti chiedo un favore: lascia un commento, una recensione, condividi la newsletter e più in generale parlane. Per me sarà la più grande ricompensa, oltre al fatto di sapere che hai gradito quello che ho scritto.
Franco Aquini
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.
Tintoria podcast... penso sia la mia unica dipendenza attuale....
https://blog.codinghorror.com/who-needs-talent-when-you-have-intensity/
il discorso iniziale non mi ha convinto troppo, devo dire :)
capisco il punto ma provo a riformulare:
chi ha talento finisce una maratona con poco sforzo e poco allenamento
chi non ha talento può finire una maratona con tanto allenamento e tanto sforzo
chi ha talento e si impegna tanto non finisce la maratona, la vince