Bellissimo articolo che in effetti sfata molti pensieri comuni e cambia la prospettiva con cui si davano dei giudizi sin troppo semplicistici e veloci.
La complessità dei prodotti, i pezzi di ricambio "che non si trovano più dopo tot anni", il prezzo di un tecnico che viene a casa solo per dirti "non conviene aggiustarlo", giocano un ruolo fondamentale anche in quei prodotti che uno vorrebbe riparare.
Il mio frigo dopo 15-20 anni di onorato servizio non raffredda più. Forse si potrebbe riparare, ma la mia idea al momento è: "meglio cambiarlo, probabilmente mi costerebbe di più farlo riparare che comprarlo nuovo". Anche se l'idea di produrre rifiuti difficilmente smaltibili mi provoca qualche ripensamento. Al momento sono senza frigo da oltre un mese e sopravvivo :)
Proprio così Giuseppe, anche io mi faccio un sacco di problemi a buttare via qualcosa che potrebbe funzionare, ma non è nemmeno giusto che tutto questo gravi su di noi consumatori. Grazie mille per il commento Giuseppe
Articolo molto interessante! Non avevo mai pensato al cambio di focus tra durata tecnica effettiva del prodotto a come noi lo percepiamo.
Interessante anche il fatto che il contesto nel quale viviamo cambia in fretta e questo rende il concetto di "essere aggiornato ed efficiente" sempre più labile
la mia ultima auto ha raggiunto 200.000 km, con poca manutenzione. Ho un paio di computer che superano 15 anni, e che funzionano perfettamente. Quindi, pure l'elettronica non è cosi pessima.....
“Quasi uno stipendio e mezzo per una lavatrice, come se oggi la pagaste 2.200€ circa”
Aggiungo, da lavoratore di Unieuro, che la qualità si paga. Il 90% dei rientri in assistenza di grandi elettrodomestici (lavatrici, frigo, forni ecc ecc) sono di primi prezzi, se una lavatrice puó costare dai 300 ai 2000€ un motivo ci sarà, però tantissime volte ho clienti che dicono “prendo quella da 300€ tanto ormai si rompono subito e al massimo la cambio”, ma non riesco a fargli capire che è il contrario, si rompe subito perchè vale poco. Invece no, spesso credono che il valore alto sia solo una fregatura del marchio.
Verissimo Mirko, anche se ci sono anche in questo caso le eccezioni. Faccio l’esempio di prodotti molto buoni in offerta oppure, al contrario, di marchi (non faccio nomi, ma qualche tedesco esagera veramente) che si fanno pagare davvero troppo il nome e alla fine si tratta dello stesso identico elettrodomestico (esempio nel gruppo Electrolux). In ogni caso quello che i consumatori dovrebbero capire è che sicuramente una quota parte di servizio post-vendita è nel costo di acquisto. Se paghi qualcosa pochissimo magari il dispositivo in sé è anche eccellente, ma il servizio post vendita non esiste.
Vabbè, l’ho fatta lunga. Mirko davvero grazie perché sei un lettore affezionato e te ne sono davvero grato. <3
<< Forse, allora, non è vero che “una volta le cose duravano di più”. È che una volta avevamo un rapporto più lento con gli oggetti: li riparavamo, li conservavamo, li facevamo durare perché il tempo scorreva più piano, e cambiare aveva un costo. Oggi, invece, cambiare è diventato parte del loro funzionamento. >>
È senz'altro vero che è cambiato il rapporto con gli oggetti ma non soltanto da parte del consumatore, sono le fabbriche che cercano di abbassare il più possibile il costo del prodotto e questo porta ad oggetti sempre meno riparabili, sia per ingegnerizzazione che per costo della riparazione rispetto al nuovo.
Due esempi che hai citato ma hai approfondito in modo diverso sono elettrodomestici e auto, lavatrici che si rompono poco dopo la scadenza della garanzia ne ho sentite diverse, il frigo forse dura già di più.
Quando uno dice che una volta le auto duravano di più credo sia difficile smentirlo, la gente comune, come hai evidenziato con l'età media del parco circolante, adesso le auto tende ad usarle fino a rottura e questa si verifica prima in termini di età o chilometri percorsi rispetto a quelle degli anni '80/'90, c'è chi cambia macchina ogni tre anni ma ce ne sono altrettanti che comprano solo usato. Lasciando da parte l'efficienza energetica e la tecnologia a bordo, adesso le auto costano di più rispetto allo stipendio medio e si rompono prima, se prendi a esempio la 500 che l'hanno prodotta per quasi 20 anni, alle volte calando il prezzo di listino rispetto al modello precedente, togliendole di produzione perché duravano troppo.. Oggi inoltre le case automobilistiche utilizzano stesso pianale e motore per diversi modelli, mentre prima erano quasi tutti diversi, e pare utilizzino il cliente come tester del prodotto finito invece di prolungare i controlli "in house", vedi recenti problemi sui motori con cinghie a bagno d'olio e i frequenti richiami.
Ciao Gabri, devo purtroppo contraddirti perché proprio il ragionamento sul costo delle auto è uno di quei dati che ho indagato e poi non potuto inserire all'interno dell'Insalata. Nel 1980 Fiat propose Panda 30 a 3.970.000 lire e la 45 a 4.702.000 lire. Come detto, in quegli anni lo stipendio medio di un operaio era di circa 350.000 lire. Significa che gli ci voleva quasi un anno di stipendio per acquistarla. Oggi la panda costa 14.000€ circa e lo stipendio medio di un operaio si attesta intorno ai 1.400€. 10 mesi, siamo lì, un po' meno diciamo, ma la panda di oggi è nettamente un'altra macchina rispetto a quella di quarant'anni fa (e ci mancherebbe).
I dati smentiscono pure che ci sia una volontà da parte delle aziende produttrici di far sì che le cose si rompano presto, diciamo dopo la scadenza della garanzia. La cosiddetta "obsolescenza programmata" non esiste, piuttosto esiste quella tecnica che riguarda il lato software, ecco. Da questo punto di vista l'Europa sta facendo tanto e infatti oggi gli smartphone garantiscono tutti almeno 5 anni di aggiornamenti, tanto per fare un esempio.
Chiaro è che più roba c'è a bordo, più è probabile che qualcosa si rompa, su questo non c'è dubbio. È il principio secondo cui le auto elettriche hanno molti meno problemi. Banalmente, a bordo c'è un terzo della componentistica.
Poi che molti produttori facciano schifezze, come quelle che hai citato tu in ambito automobilistico, su quello non c'è alcun dubbio, ci mancherebbe.
Grazie come sempre. Tutto vero ma direi anche che l'industria si è immediatamente adattata (o lo ha favorito) al cambio di approccio del consumatore: una volta scaduto il periodo di garanzia - ben s'intende - succede spesso che non siano più reperibili i pezzi di ricambio costringendoti, di fatto, alla sostituzione di ciò che potrebbe invece fare ancora egregiamente la sua parte! Per cui nella situazione che descrivi c'è quanto meno un concorso di colpa. Almeno, così mi pare.
Ma grazie a te Andrea (scusami, faccio questa cosa di dare del tu a tutti per sentirvi più vicini, spero di non offendere nessuno). Beh il concorso di colpa c’è, questo è indiscutibile, ma secondo me c’è sempre stato. Che è anche una cosa stupida, se vuoi, perché spesso i ricambi rappresentano un business non da poco. Prova a pensare a quanto margina c’è su un ricambio rispetto al prodotto finito. Evidentemente però l’industria ragiona con altre logiche, nonostante poi gli obblighi di legge.
Bellissimo articolo che in effetti sfata molti pensieri comuni e cambia la prospettiva con cui si davano dei giudizi sin troppo semplicistici e veloci.
La complessità dei prodotti, i pezzi di ricambio "che non si trovano più dopo tot anni", il prezzo di un tecnico che viene a casa solo per dirti "non conviene aggiustarlo", giocano un ruolo fondamentale anche in quei prodotti che uno vorrebbe riparare.
Il mio frigo dopo 15-20 anni di onorato servizio non raffredda più. Forse si potrebbe riparare, ma la mia idea al momento è: "meglio cambiarlo, probabilmente mi costerebbe di più farlo riparare che comprarlo nuovo". Anche se l'idea di produrre rifiuti difficilmente smaltibili mi provoca qualche ripensamento. Al momento sono senza frigo da oltre un mese e sopravvivo :)
Proprio così Giuseppe, anche io mi faccio un sacco di problemi a buttare via qualcosa che potrebbe funzionare, ma non è nemmeno giusto che tutto questo gravi su di noi consumatori. Grazie mille per il commento Giuseppe
Articolo molto interessante! Non avevo mai pensato al cambio di focus tra durata tecnica effettiva del prodotto a come noi lo percepiamo.
Interessante anche il fatto che il contesto nel quale viviamo cambia in fretta e questo rende il concetto di "essere aggiornato ed efficiente" sempre più labile
Grazie mille Andrea! Soprattutto se il complimento arriva da uno che scrive come te!
la mia ultima auto ha raggiunto 200.000 km, con poca manutenzione. Ho un paio di computer che superano 15 anni, e che funzionano perfettamente. Quindi, pure l'elettronica non è cosi pessima.....
Infatti Massimo, il concetto è proprio quello. I computer sono il tipico esempio di oggetti che oggi durano decisamente di più.
Grazie!
“Quasi uno stipendio e mezzo per una lavatrice, come se oggi la pagaste 2.200€ circa”
Aggiungo, da lavoratore di Unieuro, che la qualità si paga. Il 90% dei rientri in assistenza di grandi elettrodomestici (lavatrici, frigo, forni ecc ecc) sono di primi prezzi, se una lavatrice puó costare dai 300 ai 2000€ un motivo ci sarà, però tantissime volte ho clienti che dicono “prendo quella da 300€ tanto ormai si rompono subito e al massimo la cambio”, ma non riesco a fargli capire che è il contrario, si rompe subito perchè vale poco. Invece no, spesso credono che il valore alto sia solo una fregatura del marchio.
Verissimo Mirko, anche se ci sono anche in questo caso le eccezioni. Faccio l’esempio di prodotti molto buoni in offerta oppure, al contrario, di marchi (non faccio nomi, ma qualche tedesco esagera veramente) che si fanno pagare davvero troppo il nome e alla fine si tratta dello stesso identico elettrodomestico (esempio nel gruppo Electrolux). In ogni caso quello che i consumatori dovrebbero capire è che sicuramente una quota parte di servizio post-vendita è nel costo di acquisto. Se paghi qualcosa pochissimo magari il dispositivo in sé è anche eccellente, ma il servizio post vendita non esiste.
Vabbè, l’ho fatta lunga. Mirko davvero grazie perché sei un lettore affezionato e te ne sono davvero grato. <3
Ci sono sicuramente eccezioni, non volevo fare nomi specifici di marchi. Ma sono d’accordo te.
E grazie a te così mi fai arrossire.
<3
Grazie per i tuoi articoli a dir poco illuminanti.
Wow Gianluca grazie, troppo buono!
<< Forse, allora, non è vero che “una volta le cose duravano di più”. È che una volta avevamo un rapporto più lento con gli oggetti: li riparavamo, li conservavamo, li facevamo durare perché il tempo scorreva più piano, e cambiare aveva un costo. Oggi, invece, cambiare è diventato parte del loro funzionamento. >>
È senz'altro vero che è cambiato il rapporto con gli oggetti ma non soltanto da parte del consumatore, sono le fabbriche che cercano di abbassare il più possibile il costo del prodotto e questo porta ad oggetti sempre meno riparabili, sia per ingegnerizzazione che per costo della riparazione rispetto al nuovo.
Due esempi che hai citato ma hai approfondito in modo diverso sono elettrodomestici e auto, lavatrici che si rompono poco dopo la scadenza della garanzia ne ho sentite diverse, il frigo forse dura già di più.
Quando uno dice che una volta le auto duravano di più credo sia difficile smentirlo, la gente comune, come hai evidenziato con l'età media del parco circolante, adesso le auto tende ad usarle fino a rottura e questa si verifica prima in termini di età o chilometri percorsi rispetto a quelle degli anni '80/'90, c'è chi cambia macchina ogni tre anni ma ce ne sono altrettanti che comprano solo usato. Lasciando da parte l'efficienza energetica e la tecnologia a bordo, adesso le auto costano di più rispetto allo stipendio medio e si rompono prima, se prendi a esempio la 500 che l'hanno prodotta per quasi 20 anni, alle volte calando il prezzo di listino rispetto al modello precedente, togliendole di produzione perché duravano troppo.. Oggi inoltre le case automobilistiche utilizzano stesso pianale e motore per diversi modelli, mentre prima erano quasi tutti diversi, e pare utilizzino il cliente come tester del prodotto finito invece di prolungare i controlli "in house", vedi recenti problemi sui motori con cinghie a bagno d'olio e i frequenti richiami.
Ciao Gabri, devo purtroppo contraddirti perché proprio il ragionamento sul costo delle auto è uno di quei dati che ho indagato e poi non potuto inserire all'interno dell'Insalata. Nel 1980 Fiat propose Panda 30 a 3.970.000 lire e la 45 a 4.702.000 lire. Come detto, in quegli anni lo stipendio medio di un operaio era di circa 350.000 lire. Significa che gli ci voleva quasi un anno di stipendio per acquistarla. Oggi la panda costa 14.000€ circa e lo stipendio medio di un operaio si attesta intorno ai 1.400€. 10 mesi, siamo lì, un po' meno diciamo, ma la panda di oggi è nettamente un'altra macchina rispetto a quella di quarant'anni fa (e ci mancherebbe).
I dati smentiscono pure che ci sia una volontà da parte delle aziende produttrici di far sì che le cose si rompano presto, diciamo dopo la scadenza della garanzia. La cosiddetta "obsolescenza programmata" non esiste, piuttosto esiste quella tecnica che riguarda il lato software, ecco. Da questo punto di vista l'Europa sta facendo tanto e infatti oggi gli smartphone garantiscono tutti almeno 5 anni di aggiornamenti, tanto per fare un esempio.
Chiaro è che più roba c'è a bordo, più è probabile che qualcosa si rompa, su questo non c'è dubbio. È il principio secondo cui le auto elettriche hanno molti meno problemi. Banalmente, a bordo c'è un terzo della componentistica.
Poi che molti produttori facciano schifezze, come quelle che hai citato tu in ambito automobilistico, su quello non c'è alcun dubbio, ci mancherebbe.
Grazie per il commento Gabri!
La pandina di listino parte da praticamente 16k€, la golf da 30k€ mentre la prima veniva 4.785.000 lire, secondo me un po' di differenza c'è via.
Grazie come sempre. Tutto vero ma direi anche che l'industria si è immediatamente adattata (o lo ha favorito) al cambio di approccio del consumatore: una volta scaduto il periodo di garanzia - ben s'intende - succede spesso che non siano più reperibili i pezzi di ricambio costringendoti, di fatto, alla sostituzione di ciò che potrebbe invece fare ancora egregiamente la sua parte! Per cui nella situazione che descrivi c'è quanto meno un concorso di colpa. Almeno, così mi pare.
Ma grazie a te Andrea (scusami, faccio questa cosa di dare del tu a tutti per sentirvi più vicini, spero di non offendere nessuno). Beh il concorso di colpa c’è, questo è indiscutibile, ma secondo me c’è sempre stato. Che è anche una cosa stupida, se vuoi, perché spesso i ricambi rappresentano un business non da poco. Prova a pensare a quanto margina c’è su un ricambio rispetto al prodotto finito. Evidentemente però l’industria ragiona con altre logiche, nonostante poi gli obblighi di legge.
Grazie mille per il tempo che mi dedichi 🙏
Grazie davvero per questo articolo e per tutti i link di riferimento.
Grazie a te Miriam 🙏
Una prospettiva molto interessante, grazie!
Ma grazie a te Adriana per aver letto e commentato!