Miliardari nerd come gladiatori: la sfida di Musk e Zuckerberg al Colosseo
La sfida tra i due miliardari assume sempre più i contorni di una farsa, ma cosa c'è davvero dietro la sfida più pazza del momento?
Tempo stimato per la lettura: 13 minuti
La parola di oggi: BlueSky, il nuovo social network dell’azienda che promuove il web sociale aperto.
IL MENÚ DI OGGI
L’editoriale: “Devo chiedervi scusa”
L’approfondimento di Insalata Mista
Sfama la FOMO - Le notizie dal mondo della tecnologia e dell’intrattenimento
In sintesi:
La notizia della sfida tra Elon Musk e Mark Zuckerberg al Colosseo si è rivelata essere una fake news, ma la vicenda si è colorata di altri fatti assurdi, tra cui la sfida a colpi di latino;
All’origine del conflitto tra i due miliardari c’è l’arrivo di una nuova piattaforma di Meta, ovvero di Zuckerberg, che somiglia tantissimo a Twitter;
Musk parla di un mondo controllato da Zuckerberg. É solo paura di perdere potere (e soldi) o ha intravisto un pericolo che in fondo non è così distante dalla realtà?
» DEVO CHIEDERVI SCUSA
Prima dell’approfondimento, devo fare pubblicamente le mie scuse a tutti voi lettori di Insalata Mista. Siete diventati tantissimi e comincio a farmi qualche scrupolo in più. Da qualche settimana a questa parte, ho l’impressione di aver tradito la promessa iniziale: Insalata Mista è nata per raccontare fatti di tecnologia e di intrattenimento, ma ultimamente i temi hanno virato più sull’attualità, sul sociale e spesso hanno raccolto le mie lunghe riflessioni sull’argomento. Si, se volete, potete chiamarli “pipponi”. Io stesso li chiamo così.
Sentivo però la necessità di dare qualcosa in più rispetto alle notizie che potete trovare ovunque. Sentivo di dover aggiungere qualcosa per dare un senso a questa newsletter. E così ho scelto degli argomenti importanti per provare a unire i puntini, per raccontarvi fatti di cronaca da un altro punto di vista. O quantomeno per darvi tutti i punti di vista possibili. È successo per esempio con la puntata sugli OGM, in quella sulla carne sintetica. Ma soprattutto è capitato con la puntata sull’incidente di Casal Palocco, quello che ha visto alla guida uno YouTuber famoso e la morte di un bambino di 5 anni.
Mi scuso quindi se vi siete iscritti pensando che si trattasse di una newsletter che semplicemente citasse dei fatti, che facesse un riassunto delle cose più importanti accadute nell’abito dell’intrattenimento e della tecnologia e poi vi siete trovati per le mani dei lunghi editorialoni da migliaia di parole. Ho pensato che fosse più interessante dare un punto di vista, dare soprattutto gli elementi che mi hanno portato ad arrivare a quel punto di vista, per stimolare un pensiero su fatti che comunque rimangono collegati alla tecnologia, alla rete, ai social network e a tutti i più recenti trend.
Vi chiedo quindi un parere: se vi piace questo modo di raccontare le cose che ha assunto Insalata Mista negli ultimi tempi, lasciatemi pure un like (o un commento, se vi va. Potete usare qualsiasi social, comprese le note di Substack). Se invece non siete d’accordo, beh, potete scrivermelo ugualmente. Ve ne sarei molto grato.
Franco A.
» AL MIO SEGNALE, SCATENATE L’INFERNO
A questo punto avrete ormai sentito parlare tutti della sfida tra Elon Musk - che siede a capo di aziende come Tesla, Space X e Twitter - e Mark Zuckerberg, che invece è a capo di Meta, l’azienda che possiede Facebook ,Instagram, Whatsapp e un sacco di altra roba che ha a che fare col Metaverso.
Una sfida folle. Io stesso, quando ne ho parlato nella rubrica “Sfama la FOMO” di qualche puntata fa, ho azzardato a fare un pronostico: questa sfida non si farà mai. Ma ce li vedete due miliardari, uno sopra la cinquantina e un po’ in sovrappeso, e un altro più in forma ma con la faccia da nerd, che se le danno di santa ragione in un evento pubblico?
Ebbene, la cosa è tornata d’attualità quando, qualche giorno fa, Musk ha twittato che la sfida si sarebbe svolta niente meno che all’interno del Colosseo, a Roma. Molte testate hanno scritto che sarebbe stato lo stesso Ministro della Cultura a chiedere a Zuckerberg di sfidarsi pubblicamente all’interno dell’Anfiteatro Flavio, come novelli gladiatori.
La cosa ha suscitato ovviamente l’ilarità dei social. Molti sono stati i commenti divertenti, tra cui “Una sfida all’ultimo sangue? Per favore ditemi di si” oppure “Il Celebrity Death Match di MTV è finalmente tornato!”.
La notizia è chiaramente durata pochissimo. Ci ha pensato il Corriere della Sera a chiedere conferma direttamente all’ufficio del Ministro, che ha ovviamente negato. Anzi, ha rilanciato proponendo una sfida non violenta, ma di questo parleremo tra poco (e non aspettatevi che la cosa sarà meno assurda della lotta al Colosseo).
Da dove nasce la sfida
Ma perché due miliardari avrebbero deciso di fare una cosa così stupida come prendersi a sberle in mondovisione?
La questione nasce da un attacco di Meta a Twitter. L’azienda di Zuckerberg ha infatti l’abitudine di intercettare i trend social del momento per replicarli all’interno delle proprie piattaforme. È successo con ogni social che ha portato una novità nel web, da Clubhouse (ve lo ricordate il social delle stanze in cui si parlava a voce?) ai più recenti reel di TikTok, che è il vero e proprio pretendente al trono tra i social più utilizzati.
Ebbene, dopo pochi mesi dall’ascesa di Elon Musk ai vertici di Twitter, si è cominciato a parlare di “Project 92”, che ora sappiamo chiamarsi Thread, e che è praticamente la copia di Twitter made in Meta. Fatto sta che in risposta a un tweet di Mario Nawfal (non chiedetemi chi sia, ha un sacco di follower, pare abbia un sacco di aziende, ma sul sito ufficiale le pagine “About Me” e “Bachata CEO” danno errore 404) che annuncia l’arrivo di questo nuovo social, risponde direttamente Musk con il suo solito tono ironico.
Dopo un paio di tweet però arriva una persona a prenderlo in giro, avvisandolo “Meglio che stai attento Elon, ho sentito che (Mark) sta praticando Ju Jitsu”. Se c’è una cosa che ho imparato dai tweet pazzi di Elon Musk, è che non bisogna mai attaccare il suo orgoglio. O meglio si, se vuoi che poi succedano cose come quella che stiamo raccontando.
Così Musk risponde “Sono pronto per un match in gabbia, se per lui va bene lol”. La gabbia (un cage match), è l’arena tipica in cui si svolgono le sfide di una disciplina che si chiama MMA, ovvero Arti Marziali Miste. Riporto testualmente da Wikipedia la definizione: “Le arti marziali miste (in inglese mixed martial arts, in acronimo MMA) sono uno sport da combattimento a contatto pieno, basato su colpi, prese e combattimento a terra, che incorpora tecniche sportive delle arti marziali (come karate, muay thai, jiu jitsu brasiliano, judo) e degli sport da combattimento in generale (come lotta libera, grappling, pugilato, kickboxing)”.
Insomma non lo sfida a un incontro di scherma, ma a un incontro violento, anzi tra i più violenti possibili. Musk lo conosciamo come l’uomo degli eccessi, quindi ci sta il tweet spaccone. Però l’altro, Zuckerberg, è un tipo più schivo, uno “che tiene famiglia” e che sembra essere in pace con sé stesso. E dunque, abbiamo pensato, declinerà di sicuro.
E invece no, la risposta arriva su Instagram (bello rispondere ognuno dal proprio social network) con un’immagine che parla chiaro: “Dimmi dove” il senso del post di Zuckerberg. L’altro non ci pensa un attimo e gli risponde “Vegas Octagon”, riferendosi a una delle più note gabbie del circuito UFC (Ultimate Fighting Championship) di Las Vegas. Poi, sempre Musk, aggiunge:“Ho questa grande mossa che chiamo “il tricheco”, dove mi sdraio sopra il mio avversario e non faccio nient’altro”. Puoi davvero prendere sul serio una persona così?
La cosa, però, è andata avanti. I social rispettivi si sono riempiti di video dove i due si danno da fare con le arti marziali. Tweet di allenatori importanti che tessono le doti di forza e potenza dei due si sono susseguiti fino all’arrivo della proposta da Roma. D’altronde, ricordatelo bene, c’è sempre l’Italia di mezzo.
Ora la proposta è stata smentita, ma la controproposta è ancora più assurda. Secondo quanto riporta open.online, il Ministero avrebbe proposto “una sfida non violenta, magari una sorta di certamen, un duello a colpi di versi in latino”. E allora cosa può rispondere Musk se non col detto latino “Astra inclinant, sed non obligant” (“le stelle indicano, non obbligano”, una contrapposizione tra libero arbitrio e concetti come il fato e il destino)?
Perché tutta questa agitazione attorno all’ennesimo social network?
Tolta l’ilarità del fatto in sé, viene da chiedersi come mai si sia arrivati a tanto - cioè le mani - per l’ennesimo social network che viene lanciato e che non è affatto detto possa davvero rappresentare un problema per Twitter.
La risposta forse sta in uno dei primissimi tweet con cui Elon Musk ha risposto alla notizia della nascita di Thread:”Sono sicuro che la Terra non vede l'ora di essere esclusivamente sotto il controllo di Zuck senza altre opzioni”. E mai come in questo tweet troviamo un pezzetto di verità.
Riassumo la situazione nel 2023 dei social network di cui Zuckerberg ha il controllo:
Facebook - 2,96 miliardi di persone attive ogni mese (37% della popolazione mondiale)
Instagram - 2 miliardi di utenti attivi ogni mese
Whatsapp - 2 miliardi di utenti attivi ogni mese
Rispettivamente i social network controllati da Mark Zuckerberg si posizionano al primo, terzo e quarto posto della classifica globale. In mezzo c’è solo YouTube, con 2,2 miliardi di utenti mensili. Twitter? È ben distante, in quattordicesima posizione, con 238 milioni di utenti mensili.
C’è anche un dato tecnico che può fare la differenza in questo duello tra i due social. Da quello che si sa, Thread permetterà agli utenti di fare l’accesso col proprio account Instagram e di poter ereditare i follower della piattaforma. Insomma, Thread partirebbe con un vantaggio consistente, i 2 miliardi di utenti di Instagram che potrebbero utilizzare Thread con molta facilità. Ecco il nocciolo della questione.
Non bastasse questo, da quando Musk ha preso il controllo di Twitter (con una sequenza di disastri che ormai è persino complicato elencare), sono nati moltissimi cloni della piattaforma con alterne fortune. Parliamo di Mastodon, di cui qualcuno avrà sentito parlare. Ma soprattutto c’è BlueSky, che sta ottenendo un successo talmente grande da avere un problema di accessi sui propri server. Ed è ancora in beta.
Cos’è BlueSky, il progetto lungimirante di un social migliore, da cui Musk ha preso le distanze
Su BlueSky è bene spendere qualche parola in più. Prima però chiudiamo il discorso della sfida Musk vs Zuckerberg. È evidente che se Thread dovesse diventare l’ennesimo social di successo - e i presupposti perché succeda ci sono tutti - ci sarebbe un problema in più. Tolto Youtube, i più grandi e utilizzati social network del pianeta sarebbero in mano a una sola società, Meta, che già in passato ha dimostrato di non avere esattamente a cuore i dati e gli interessi dei propri utenti.
Non c’è soltanto un problema di riservatezza dei dati e della privacy. Il problema - come hanno dimostrato le elezioni di Donald Trump nel 2017 e la Brexit, con buona probabilità influenzati entrambi dai fatti che ruotano attorno a Cambridge Analytica - è il controllo di una massa incredibile di informazioni su quasi un terzo della popolazione mondiale.
I social network, infatti, decidono cosa può vedere ognuno di noi in base a un algoritmo. Chi possiede le chiavi di questo algoritmo può decidere, a suo insindacabile giudizio, cosa mostrare agli utenti e dunque, in qualche modo, orientare le masse. O comunque possono permettere a qualcuno di farlo.
Siamo certi che oggi non sia così e che gli algoritmi di tutti i social network cerchino di essere il più neutri possibile, ma la sola possibilità che questo possa succedere è già qualcosa sulla quale dovremmo riflettere.
In ogni caso, ognuno di voi l’avrà sperimentato, sui social network quasi mai vediamo tutti i post delle persone con le quali siamo collegati. No, cosa vedere lo decide la piattaforma. Ecco perché ho preferito personalmente il mezzo della newsletter, dove posso rivolgermi direttamente alle persone che mi seguono tramite l’email, senza nessun filtro o algoritmo di mezzo.
Ecco, BlueSky mira proprio a questo. Oltre a essere un’app che si avvicina molto a Twitter, BlueSky è in realtà un progetto, un protocollo che ha come obiettivo quello di costruire un web sociale più neutro, senza algoritmi a decidere cosa e chi può vedere o leggere. Nelle faq sul sito, si legge “Bluesky sta costruendo un protocollo per la conversazione pubblica che può far funzionare i social network più come e-mail, blog o numeri di telefono - i sistemi aperti che alimentano il resto della nostra vita online”. Che poi è il progetto iniziale dei fondatori di Twitter, da cui Twitter stessa ha preso le distanze all’indomani dell’arrivo di Musk.
Dovremmo tutti lavorare per un web più neutro (e sostenere BlueSky)
Che Musk e Zuckerberg decidano di affrontarsi o meno, la cosa andrà presa per quello che è: il divertimento di due miliardari annoiati che decidono di dare spettacolo. Il fatto però va letto sotto un altro punto di vista: entrambi hanno le mani sui nostri dati, sulle nostre abitudini e su quello che facciamo sul web.
Entrambi hanno costruito (o comprato) piattaforme molto popolari, che hanno o hanno avuto ruoli fondamentali nelle vite di intere popolazioni, dalla scelta di uscire dall’Europa dell’Inghilterra alla primavera araba.
I social network sono ancora trattati come un passatempo, come un qualcosa di leggero dove perdere tempo, e invece stanno raccogliendo miliardi di dati su persone, abitudini e interazioni. Si tratta di multinazionali che spostano miliardi di dollari, economie intere, che possono far sì che venga ribaltato un regime o che scoppi una guerra civile.
Un progetto che promuova un web più neutro, non inquinato dall’ingerenza delle Big Tech miliardarie, non è un progetto che andrebbe lasciato alla volontà e alle disponibilità di una Public Benefit LLC (come è BlueSky, una società che genera profitto sostenendo una causa specifica). Andrebbe anzi sostenuto dai governi che avrebbero tutto l’interesse a far crescere un web più equo, libero e senza l’influenza di chi lo usa come un proprio giocattolo. Unione Europea, se ci sei, batti un colpo.
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?1
Brutte notizie per gli amanti delle bevande “zero”. Uno degli edulcoranti più utilizzati in queste bevande (quelle a 0 calorie), l’Aspartame, potrebbe essere classificato come “cancerogeno” dalla IARC (che è la International Agency for Research on Cancer, ovvero dalla divisione della World Health Organisation che si occupa della ricerca sul cancro). Non ci sono ancora dichiarazioni definitive, né tantomeno consigli su un quantitativo il cui consumo potrebbe essere ritenuto non pericoloso. Nel 1981, la JECFA (che è l’unione di esperti della World Health Organisation e della Food and Agriculture Organisation’s Expert Committee on Food Additives) dichiarò che un adulto di 60 Kg avrebbe dovuto bere tra le 12 e le 36 lattine di bevande “zero” (a seconda del contenuto di asportare contenuto) per essere considerato a rischio. Maggiori dettagli dovrebbero essere divulgati dopo luglio. Troppo bello pensare di poter bere bevande dolci senza conseguenze, a quanto pare.
Sempre a proposito di social, la popolare app di chat Telegram fa un ulteriore passo verso il social network introducendo le stories. Simili a quelle di Instagram, integreranno un editor video. Avranno una sezione dedicata sopra la chat e la privacy sarà configurabile. Ci libereremo mai delle stories? Forse no, ma in fondo basta non usarle.
Dopo la Toscana, anche la Sardegna ha sperimentato il servizio nazionale IT-Alert, ovvero il servizio di emergenza nazionale tramite il quale sarà possibile ricevere un messaggio di testo sui dispositivi mobili delle persone presenti nelle aree interessate da gravi emergenze o catastrofi imminenti. Non saremmo italiani se non avessimo accolto anche questo servizio, apparentemente inattaccabile e disponibile già in moltissimi altri paesi, con le immancabili polemiche. In questo caso, le polemiche hanno riguardato l’uso dei dati personali delle persone che hanno compilato un questionario sulla riuscita del test, per il quale il Dipartimento della Protezione Civile ha utilizzato Microsoft Forms, chiaramente in forma anonima. Se però sei preoccupato sull’uso dei dati, basta non compilarlo, il form. E dai su.
TI SEI PERSO LE PRECEDENTI PUNTATE?
N.22 Raccoglieremo carne dagli alberi? Forse si, ma non in Italia
N.21 Un bambino è morto (forse) per colpa di una sfida. Vietiamo i social?
N.18 È vero che Elon Musk ha ricevuto l'ok per impiantarci un chip nel cervello?
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
Se hai apprezzato la newsletter Insalata Mista ti chiedo un favore: lascia un commento, una recensione, condividi la newsletter e più in generale parlane. Per me sarà la più grande ricompensa, oltre al fatto di sapere che hai gradito quello che ho scritto.
Franco Aquini
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.
Sai già come la penso :) Ben vengano gli approfondimenti lunghi e strutturati.