Vietiamo gli OGM, ma approviamo le TEA (che sono OGM)
È arrivato l'OK del Senato alla sperimentazione sul campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita. Ovvero delle modifiche genetiche, leggasi OGM, la cui sperimentazione invece è vietata.
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In sintesi:
La sperimentazione sul campo degli OGM è vietata in Italia, così come la produzione. Possiamo invece importarli e utilizzarli senza problemi;
Gli OGM vengono oggi massicciamente impiegati per l’alimentazione degli animali, che poi producono alcune specialità tipicamente italiane che portiamo in tavola tutti i giorni;
I dati e la scienza ci dicono che non possiamo fare a meno degli OGM, ma in Italia li demonizziamo da anni. La soluzione? Cambiargli nome. Ecco le TEA.
La parola di oggi: TEA, Tecniche di evoluzione assistita
Una premessa importante: in questa newsletter, per forza di cose, ho dovuto parlare anche di politica, ma l’ho fatto senza citare i singoli personaggi o partiti politici. Anche questa volta, come nel caso dell’Abruzzo, non mi interessava trasformare l’argomento di questa Insalata Mista in un dibattito politico. Per questo l’ho chiamata semplicemente così: “la politica”. Così come ho tagliato dalle immagini simboli o nomi dei partiti. Chi vorrà potrà andarsi a leggere le notizie sui giornali per capire chi e come ha agito in un modo o nell’altro. Prima fatevi un’idea sui fatti, poi sulle persone.
Quando un fatto scientifico diventa improvvisamente di interesse politico, si può star certi che non finirà bene per le persone comuni. Perché quando la politica annusa che un argomento può essere un possibile veicolo di consenso, quando fiuta nell’aria l’odore di un argomento che può facilmente incendiare gli animi sui social network o nelle piazze, ci si butta senza remore, senza nemmeno porsi il problema che da quella strumentalizzazione nascerà un effettivo danno per le persone o magari, come nel caso che tratteremo oggi, per l’economia intera di un paese.
Oggi parliamo di OGM1 e di TEA. Se questo secondo termine vi suona nuovo, non preoccupatevi: primo perché state leggendo Insalata Mista, che mai come oggi è lo strumento perfetto per capirne il significato (è in fondo essa stessa ottenuta con una TEA). Secondo perché è un nuovo acronimo creato per giustificare l’ennesimo dietrofront della politica, per non correre il rischio di ammettere pubblicamente un errore storico.
L’OK alla sperimentazione delle TEA
Martedì scorso è stato approvato al Senato un emendamento al decreto legge “Siccità” (cosa c’entra con la siccità lo capirete più avanti). All’interno di questo emendamento c’è l’approvazione alla sperimentazione sul campo delle TEA. Le TEA sono le “tecniche di evoluzione assistita”. Ovvero le tecniche di manipolazione genetica che, di fatto, le fa rientrare nel campo degli OGM.
Ma gli OGM non sono vietati in Italia?
Si, o meglio no. In Italia è infatti vietata sia la coltivazione che la ricerca in campo aperto. Questo significa che, teoricamente, sarebbe possibile fare ricerca in laboratorio. Ma è evidente che la ricerca in laboratorio non può portare a nessun buon risultato che possa giustificarne gli investimenti. Quindi, di fatto, in Italia è vietata la coltivazione e la ricerca sugli OGM.
Curiosamente, però, non è vietata l’importazione e l’impiego degli OGM. Questo significa che, come già successo in altri settori, possiamo comprare gli OGM e utilizzarli, ma non coltivarli o farci ricerca. È un po’ quello che succederà con le carni sintetiche delle quali, a fine marzo, è stata vietata la produzione in Italia. Le stesse carni sintetiche, però, potranno essere acquistate e consumate anche in Italia perché l’Europa le ha approvate. Dunque, di fatto, non possiamo impedirne la distribuzione.
Potremmo citare ancora i provvedimenti contro gli alimenti realizzati con farine di insetti: nello stesso periodo in cui è stata vietata la produzione di carni sintetiche, sono stati firmati dei decreti che si occuperanno di rendere chiaro quando un alimento è realizzato con farine di insetti.
“Ma l’etichettatura con gli ingredienti e la provenienza di un alimento non è già un obbligo di legge?”. Certo, quando però la politica si è accorta che sarebbe stato troppo goloso accostare l’immagine di un bambino che mangia un panino con un un grillo che gli salta fuori dalla bocca, oppure di un bel piatto con sopra dei vermi striscianti, poteva pensare di non sfruttarne mediaticamente l’effetto? Ovviamente no, e allora è successo quello che è successo.
Non li coltiviamo, ma ne compriamo 2 miliardi l’anno
Torniamo però ai nostri OGM. Dicevamo che la produzione e la ricerca è vietata, ma non ne è vietata l’importazione e il consumo. E infatti, indovinate un po’? L’Italia è un grandissimo importatore di OGM, principalmente mais e soia.
Ovviamente Il fatto è talmente noto che nel 2015, la ASSALZOO (Associazione Nazionale dei Produttori di Alimenti Zootecnici) ha tenuto un’audizione al Senato, segnalando che “In Italia vengono prodotte ogni anno dall'industria mangimistica oltre 14 milioni di tonnellate di mangimi composti, destinati a diverse specie animali allevate (bovini, suini, avicoli, conigli, ovini, equini, pesci, ecc.). Secondo stime interne, i mangimi composti sono così suddivisi: 87% OGM, 12.5% convenzionali e 0,5% biologici”.
Inoltre: “A causa della limitata superficie agricola utilizzabile a livello nazionale (12 milioni di ettari), tra l’altro in costante calo, la produzione italiana di materie prime agricole non è in grado di fare fronte alla domanda interna proveniente dal settore alimentare e mangimistico, pertanto vi è la necessità di ricorrere all'importazione di materie prime. Importazioni che nel tempo sono via via cresciute, superando oggi, per il settore alimentare e mangimistico, la soglia del 50% rispetto al nostro fabbisogno interno”.
Tutto ciò portava, sempre nel 2015, a importare complessivamente mais e soia per un valore totale superiore ai 2 miliardi di euro. Il che significa che abbiamo speso, secondo diverse fonti, più del 90% di quello che abbiamo esportato (inteso come esportazione di prodotti di origine animale).
I dati ci dicono che basterebbe impiegare una specifica tipologia di mais, il mais BT resistente alla piralide, per ottenere produzioni nazionali molto più consistenti e arrivare così a dover importare meno dall’estero, con un conseguente disavanzo maggiore a favore dell’economia nazionale.
Bene, quindi perché sono vietati? A sostenere gli OGM sono in tantissimi, soprattutto nel mondo scientifico, ma nel mondo mediatico sono probabilmente di più i contrati. Vediamo le ragioni degli uni e degli altri.
Chi sostiene gli OGM?
A sostenere gli OGM, badate bene, non sono dei pazzi squinternati, ma è praticamente tutta la comunità scientifica mondiale. Qualcuno potrebbe obiettare che esistono studi non proprio a favore, o che gli studi a favore siano stati finanziati da aziende che gli OGM li producono anche. In molti casi si, può essere che sia stato così. Ma la letteratura scientifica parla chiaro su almeno due punti:
Non c’è nessuna correlazione tra OGM e aumento di casi di tumore;
I derivati degli animali cresciuti con alimenti OGM - tra cui latte, uova e carni - sono indistinguibili dai derivati di animali alimentati senza OGM.
Troviamo vasta letteratura (anche italiana) sull’argomento, a partire dall’alfiere contro le leggende alimentari Dario Bressanini, per arrivare ai diversi professori autori di prestigiose pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.
Vi consiglio, a questo proposito, di riprendere la puntata “Chi ha paura degli OGM?” di Presadiretta del 2015, disponibile su RaiPlay. Un’inchiesta davvero ben fatta sul tema con tante interviste interessanti.
Le invenzioni sugli OGM
Proprio Dario Bressanini - che ricordiamo essere chimico, ricercatore presso il dipartimento di scienze dell'Università degli Studi dell'Insubria e divulgatore in TV e sui social - è autore di moltissimi libri e articoli che smascherano alcune delle più tenaci leggende metropolitane sugli OGM.
Una di queste è la fragola-pesce (o la sua variante, il pomodoro-pesce). Secondo le leggende, diffuse tra l’altro da politici noti e da catene di supermercati come la Coop, queste ibridazioni sarebbero state create per far fronte al freddo.
Quando parlo di queste leggende metropolitane mi viene sempre da pensare che chi le architetta deve proprio pensare che la gente sia mediamente stupida. La fragola patisce il freddo? Ci metto un po’ di pesce dell’artico et voilà, ottengo la fragola che resiste al freddo (gli amanti dei videogiochi staranno percependo un fortissimo richiamo a Zelda).
Fa molto ridere (e va bene appunto solo per questo, per ridere), lo spettacolo comico in cui Beppe Grillo parla del pomodoro-pesce, affermando che se sei allergico al pesce e ti mangi una caprese, poi…
La notizia è ovviamente un’enorme semplificazione strumentalizzata ad-hoc. Come spiega bene Bressanini sul suo blog “Scienza in cucina”, quello che tentarono i ricercatori della DNA Plant Technology nel 1991, fu di rendere il pomodoro più resistente alle gelate, andando a studiare il DNA dei pesci dell’artico e tentando di replicare l’informazione contenuta nel genoma del pesce all’interno del pomodoro. Funzionò? No. Il pomodoro-pesce, così come la fragola-pesce, non è mai esistito.
Quello che però è davvero interessante è capire quanto l’ingegneria genetica e la scienza in generale più aiutarci a costruire un futuro migliore e possibilmente più equo sotto il profilo della nutrizione. D’altronde non si capisce perché la scienza ci debba aiutare in ogni campo della nostra vita e non debba farlo col cibo.
Sulla terra stiamo diventando sempre di più e la richiesta di cibo cresce anno dopo anno. Al tempo stesso, il riscaldamento globale e il cambiamento climatico creano problemi diretti alle coltivazioni. Quindi corriamo il rischio di avere più necessità di cibo e al tempo stesso una produzione ridotta. Ecco perché gli OGM possono darci una grossa mano nell’aumentare la produzione. Questo perché, come abbiamo visto prima per il mais, si possono ottenere delle piante che sono più resistenti - per esempio - alle larve della piralide, che veicolano funghi che a loro volta producono tossine cancerogene.
L’antico proverbio del dito e della luna
Capirete quindi che ci stiamo chiedendo se il mais OGM sia cancerogeno o meno quando quello non OGM rischia di esserlo con ottime probabilità. Infatti, secondo un documento pubblicato dall’ARPA Piemonte (che è l’agenzia regionale per la protezione ambientale):
“Le micotossine sono metaboliti secondari prodotti da funghi e lieviti che possono colonizzare le coltivazioni in campo e/o nelle successive fasi di raccolta, trasporto e stoccaggio. Sono riconosciute quali potenziali sostanze tossiche per uomo e animali. L’entità del rischio è dovuta all’ampio spettro di risposte tossiche esplicate (cancerogenicità, mutagenicità, ecc..) e dalla possibile diffusione della contaminazione. Le micotossine, infatti, sono presenti nella catena alimentare sia nei prodotti finiti di origine vegetale sia nei derivati di animali che hanno ingerito mangime contaminato”.
Ed è proprio per questi rischi che ogni anno perdiamo una parte consistente del raccolto di mais. Perché il mais attaccato dalle larve di questa farfalla viene perso, buttato (per fortuna). Quanto? Stando ad Assomais:”Le perdite produttive indotte alla piralide nelle coltivazioni di mais variano dal 5-7%, in annate normali per arrivare al 30% in casi di maggior gravità”.
Insomma, sembra un po’ come le polemiche contro i vaccini fatte da chi consuma regolarmente grandi quantità di alcolici o droghe. Magari siamo proprio come lo stolto che invece che guardare la luna, non fa che guardare il dito.
Ok, ci servono gli OGM, ma abbiamo sempre detto che sono dannosi. Come la risolviamo?
Insomma, a un certo punto ci si è resi tutti conto che questi OGM possono aiutarci. Anzi, forse in molti casi sono persino indispensabili. Però c’è un problema: fino ad oggi li abbiamo demonizzati, ci abbiamo fatto intere campagne politiche e pubblicitarie contro. Come la risolviamo?
Ecco qui che nascono le TEA. Perché si sa, quando ti rendi conto di aver fatto una stupidaggine, basta inventare un nuovo acronimo e via, problema risolto.
Le TEA, lo dicevamo all’inizio, sono le “tecniche di evoluzione assistita”, ovvero tutte quelle tecniche per modificare qualcosa in laboratorio. Insomma si tratta di un OGM che ce l’ha fatta.
La novità però è che su queste TEA si potrà fare anche sperimentazione sul campo, quindi di fatto potremo tornare a fare sperimentazione su piante modificate geneticamente.
Le differenze tra OGM e TEA
Sento addosso una grande responsabilità nei confronti dei lettori di Insalata Mista. Per questo ho l’obbligo di andare a fondo nelle questioni e dunque bisogna che io riporti anche le motivazioni di chi sostiene che tra OGM e TEA ci sia una grossa differenza.
Riporto quindi da alimentinews.it:”La grande differenza rispetto agli OGM transgenici è che le piante ottenute con le TEA non contengono DNA di altri organismi: il patrimonio genetico utilizzato è unicamente quello delle piante stesse”.
Per essere resistente alla piralide, infatti, il mais viene ibridato con il DNA di un batterio. Nel caso delle TEA, invece, si interverrebbe soltanto sul patrimonio genetico della pianta stessa, facendo un editing che andrebbe a modificare piccole sequenze del DNA o addirittura singole “lettere” di un gene.
Potrebbe essere anche una differenza sostanziale, bisogna ammetterlo. Quello che non mi è chiaro è il senso di tutto ciò, visto che poi gli OGM (quelli intesi in senso stretto) li possiamo acquistare e impiegare senza problemi. Che senso ha poter fare sperimentazione solo su un determinato tipo di OGM se poi possiamo usarli tutti indistintamente?
Che siano OGM o TEA, non possiamo più aspettare
In un modo o nell’altro, insomma, non possiamo più chiudere la porta a questo tipo di tecnologie. I cambiamenti climatici ce lo impongono, ma anche le mutate condizioni della popolazione mondiale.
Come sostiene Roberto Defez, senior researcher all'Institute of Biosciences and BioResources del CNR su repubblica.it:”Dai meli alle viti, passando per riso e pomodoro, conosciamo la fragilità delle piante - dice - e possiamo favorire una loro risposta adattiva alle aggressioni e ai cambiamenti climatici, e finalmente sarebbe consentita la sperimentazione in campo alle nuove tecniche, sin qui bloccata. Ed è come se finora avessero consentito di progettare un motore di nuova generazione per la Ferrari, vietando di far testare l'auto anche su una pista privata”.
SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?2
Whatsapp annuncia una novità tanto attesa dagli utenti: la possibilità di accedere con lo stesso account su più telefoni. Su tutti i telefoni, per l’esattezza, dato che ora la funzionalità è disponibile anche per i possessori di iPhone.
Con l’ultima versione dell’app di messaggistica, sarà infatti possibile inviare e ricevere messaggi su diversi telefoni legati dallo stesso account. Una funzionalità già disponibile su altri servizi come Telegram o Signal, che ora arriva finalmente anche sull’app di Meta. Meglio tardi che mai.Artifact è un social network ancora poco conosciuto, realizzato dagli ex fondatori di Instagram Kevin Systrom e Mark Krieger. Si tratta di una via di mezzo tra un social network e un aggregatore di informazioni, che personalmente utilizzo tantissimo per scrivere Insalata Mista.
Artifact ha annunciato che integrerà una funzione per modificare i titoli delle notizie tramite intelligenza artificiale, rendendoli meno acchiappa clic. Se ricordate, parlammo di un’app simile, Boring, che faceva proprio questo.
Ora Artifact impiegherà l’ultima versione del modello di linguaggio GPT-4 di OpenAi per riscrivere i titoli delle notizie quando questi verrano segnalati come “clicbait” da parte degli utenti. Bene, anzi benissimo!Sono sempre più insistenti le voci che parlano della presentazione del nuovo visore per la realtà mista di Apple all’imminente conferenza dedicata agli sviluppatori. A confermare queste supposizioni ci sarebbe anche la reazione di Meta, che ha presentato in anteprima la nuova versione di Quest, ovvero Meta Quest 3, il nuovo visore che sarà più leggero e più potente. Si sa anche già il prezzo, 569€ per la versione con 128 GB di memoria. Ma non si sa altro, perché la presentazione ufficiale ci sarà il 27 settembre, nel corso dell’evento dedicato Meta Connect. Perché parlarne ora, allora? Facile, per contrastare l’annuncio di Apple che, a questo punto, sembra essere decisamente probabile.
TI SEI PERSO LE PRECEDENTI PUNTATE?
N.18 È vero che Elon Musk ha ricevuto l'ok per impiantarci un chip nel cervello?
N.15 La vera informazione, senza intelligenza artificiale, è spacciata
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
Se hai apprezzato la newsletter Insalata Mista ti chiedo un favore: lascia un commento, una recensione, condividi la newsletter e più in generale parlane. Per me sarà la più grande ricompensa, oltre al fatto di sapere che hai gradito quello che ho scritto.
Franco Aquini
Gli OGM sono gli organismi geneticamente modificati. Ossia, trascrivo da Wikipedia, si tratta di “un organismo vivente che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecnologia del DNA ricombinante, che consente l'aggiunta, l'eliminazione o la modifica di elementi genici”. Seguendo questa definizione, si può tranquillamente dire che le TEA facciano parte degli OGM. O meglio, che si tratta di tecniche per produrre OGM.
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.