Due anni di Insalata Mista: diamo i numeri
Il progetto editoriale Insalata Mista compie due anni. Un traguardo importante che ho deciso di festeggiare svelando tutti, ma proprio tutti i numeri che ho a disposizione. Scopriamo com'è andata.
Ed eccola qui l’Insalata che dà i numeri, quella che celebra i due anni di pubblicazioni, costanti come un orologio svizzero, svelando tutti, ma proprio tutti i numeri di questa iniziativa pazza per cui dovrò sempre ringraziare l’amico e collega Massimiliano Di Marco, che per primo mi fece conoscere il mondo delle newsletter grazie alla sua Insert Coin.
Insalata Mista è un progetto nato d’impulso, pur avendo avuto comunque una fase di studio non proprio breve. L’obiettivo era quello di creare una piccola community a cui poter scrivere quando e come volevo senza dover sottostare al gioco dei social e dei loro algoritmi.
Soprattutto, volevo poter avere il contatto diretto delle persone e poter decidere di cambiare piattaforma dall’oggi al domani. E Substack, come tutte le piattaforme di newsletter, permette di esportare gli utenti e importarli altrove (previo consenso, sia chiaro).
Ho iniziato così con numeri piccolissimi e poi, studiando le newsletter più famose, ho adottato anche io la strategia di una campagna su Twitter, di gran lunga il social più adatto per far crescere questo tipo di prodotto editoriale.
In fondo rimango un uomo di marketing digitale e dunque Insalata Mista mi è servita anche per fare esperienza con uno strumento che purtroppo in Italia viene utilizzato troppo poco (oggi non lo rifarei mai più, dato lo stato indecoroso in cui è ridotta X/Twitter e il suo strumento per le Ads).
Le campagne hanno funzionato. Non sono state “una scorciatoia” come qualcuno ha inteso (sorrido ancora per come i miei figli mi chiesero, con la delusione negli occhi «ma papà, ti compri i follower?»), bensì un modo per avere più visibilità in un contesto dove in tanti sono abituati a leggere e a iscriversi alle newsletter.
Con una campagna a iscrizioni infatti non basta mettere un like, ma bisogna cliccare, andare sul sito della newsletter e iscriversi volontariamente. E poi non disiscriversi. È un processo ben ragionato che non è semplicemente frutto di un clic impulsivo. Ci tengo a specificarlo proprio perché fare una campagna non significa automaticamente acquisire dei follower. E soprattutto non significa tenerseli.
Da Insalata Mista si disiscrivono tante persone a ogni invio, questo credo che sia fisiologico per ogni newsletter del mondo. Io stesso mi trovo iscritto a una buona quantità di newsletter che ammiro e che però non ho il tempo di leggere. Così capita che mi disiscriva, senza però perdere un briciolo della stima che ripongo in quella pubblicazione. Perciò non mi ferisce il fatto che ogni settimana qualche persona decida di disiscriversi. Vedrete comunque che gli abbonati sono rimasti molti.
Ormai da maggio del 2024 non faccio più campagne, per scelta. Questo ha prodotto chiaramente un risultato: gli iscritti sono scesi un po’, ma sono comunque rimasti moltissimi. Certo, avrei potuto continuare a sponsorizzare e arrivare facilmente ai 10.000 iscritti, ma raggiunto l’obiettivo di una platea bella ampia, volevo anche capire quanti sarebbero rimasti e così ho fatto. E sono molto soddisfatto del fatto che ne ho persi tutto sommato pochi.
E poi c’è il podcast, arrivato a 73 pubblicazioni (non tutti episodi, perché da qualche tempo ho scorporato i Pensieri Franchi con un’uscita a parte). È partito piano il 30/12/2023 e acquisisce pochi follower per volta, però è costante e ha raggiunto anche lui un buon numero di follower e di ascolti.
Insomma, diventa sempre più difficile fare a meno di voi. Ogni tanto penso che scrivere tutte le settimane una newsletter così corposa e registrare due podcast sia troppo pesante, anche perché si tratta di un puro hobby. Ma poi penso che fin quando ci sarà un piccolo numero di persone, magari anche che si conta sulle dita di una mano, che aspetta di trovare nella casella postale quell’email tutti i lunedì mattina, allora ne sarà valsa la pena.
Gli abbonati a Insalata Mista
Il numero più alto di abbonati a Insalata Mista è stato di 1.944, un risultato toccato a maggio 2024, mese in cui appunto ho spento le campagne. Come vi dicevo, tutte le settimane qualcuno si disiscrive e pure arrivando un buon numero di iscritti organici, spontanei, oggi sono sceso a 1.875 iscritti. Un numero comunque rispettabilissimo. Di questi, 912 avevano già un account substack e 962 ne hanno creato uno appositamente (quindi, Substack, mi devi comunque qualcosa anche tu!).
Nel storia di Insalata Mista si sono iscritte in tutto 2.462 persone, provenienti da:
Twitter Paid: 1.922 iscritti
Substack: 178 iscritti
Substack app: 80 iscritti
Diretti: 140 iscritti
Google: 43 iscritti
Twitter Android (organici): 27 iscritti
Linkedin: 22 iscritti
Twitter organici: 17 iscritti
Facebook: 15 iscritti
Instagram: 4 iscritti
Non perdete tempo a fare il totale perché non ho menzionate le tantissime fonti da uno o due iscritti.
Quanti leggono Insalata Mista?
La domanda più importante: quanti leggono questa newsletter? Tanti, direi. Più di quanti avrei mai immaginato. Il che risponde di nuovo alla domanda se fare campagne per l’acquisizione di iscritti equivalga o meno a barare. Non tanto, se poi quegli iscritti ogni settimana aprono l’email e commentano, interagiscono, condividono.
Il mese con più visite di sempre è stato gennaio 2024 con 11.774 visite. Oggi viaggiamo su medie un pochino più basse per una serie di motivi che non vi sto a spiegare e che però ho analizzato. Le visite mensili sono comunque non molto più basse di quel mese lì.
Ora andiamo agli Insalata Awards e premiamo le tre migliori newsletter per ogni categoria:
L’Insalata Mista più letta:
Ogni quanto dobbiamo cambiare smartphone? (3.223 aperture)
È meglio rispondere “ti richiamo dopo” o non rispondere del tutto? (3.043 aperture)
Uomini, perché facciamo ancora pipì in piedi? (2.220 aperture)
Incredibile la popolarità dei sitzpinkler (cioè gli uomini che fanno pipì da seduti). Ma a me stupisce di più la seconda, un’Insalata che quando l’ho scritta ho giurato sarebbe stata la meno letta di sempre.
Quella più letta dagli iscritti:
Se l’IA vi ha entusiasmato, aspettate di vedere l'AGI (817 aperture)
Abbiamo guardato dentro Google e non ci è piaciuto (816 aperture)
No, la tecnologia non sta rovinando i giovani (802 aperture)
Ovviamente, non tutti quelli che ricevono la newsletter nella posta poi la aprono, questo è evidente, altrimenti avrei un tasso di apertura innaturale del 100%. Dunque tantissime visite arrivano anche da persone che non si iscrivono (ahimè, sono tante). Però è anche significativo come gli iscritti abbiano gusti molti più precisi e meno popolari dei lettori non iscritti.
L’insalata con più like:
#InsalataLight: le email e le newsletter sono già morte? (22 like)
#InsalataLight: Il tweet che ha cambiato la vita a 7 milioni di americani (22 like)
#InsalataLight: Smettiamola di lavorare così tanto (20 like)
Questo è veramente un risultato particolare: a prendere più like ci sono sul podio tutte #InsalataLight, ovvero le riedizioni di insalate uscite nei primi mesi di Insalata Mista, quando gli iscritti erano pochissimi e che quindi aggiorno e ripubblico nei periodi festivi per non lasciarvi senza. Evidentemente sono argomenti rimasti interessanti.
Le Insalate più condivise:
Uomini, perché facciamo ancora pipì in piedi? (7 condivisioni)
Si può studiare con ChatGPT? (6 condivisioni)
Cos'è il merdocene e perché ci stiamo vivendo senza saperlo (5 condivisioni)
Purtroppo ottenere una condivisione è molto complicato e si vede bene dai numeri molto bassi. Tuttavia le accolgo sempre con molto piacere. Se al primo posto si conferma l’Insalata sulla pipì da seduto, al terzo spunta quella sul merdocene. Interessante anche questo.
Quella con più clic:
Abbiamo guardato dentro Google e non ci è piaciuto (82 clic)
È meglio rispondere “ti richiamo dopo” o non rispondere del tutto? (53 clic)
Anche qui qualche sorpresa, ma c’è da dire che i clic arrivano spesso anche dai contenuti collaterali di Insalata Mista. C’è stato un periodo in cui la newsletter è arrivata ad avere 4 rubriche e quindi attirava naturalmente più clic. Per clic si intendono i clic che l’utente fa sui link contenuti all’interno di ogni singola newsletter.
Quella che ha generato più iscritti:
È meglio rispondere “ti richiamo dopo” o non rispondere del tutto? (9 iscritti)
Cos'è la Revenge Bedtime Procrastination (7 iscritti)
L’auto elettrica non è una follia. Diario della mia settimana elettrica (con Mustang Mach-E) (7 iscritti)
È bene sapere che di iscritti ne arrivano molti anche adesso, dalle fonti più disparate. Però l’iscritto che arriva dall’interno di Insalata stessa è quello più prezioso, perché significa che ha letto un’Insalata e ne è rimasto talmente soddisfatto da desiderare di riceverne altre e dunque si è iscritto. Per me questi hanno un valore incredibile. Capite bene quindi quanto mi possa stupire il fatto che il numero più alto sia arrivato sempre dalla stessa Insalata su cui non avrei scommesso nulla.
Il Podcast, una certezza costante nel tempo
Se devo mettermi completamente a nudo, non posso lasciar fuori il podcast, che ha da pochissimo compiuto un anno, quindi doppio anniversario.
Il podcast di Insalata Mista ha oggi 327 follower di cui 231 su Spotify e 69 su Apple Podcast. Su Spotify conta anche 43 recensioni con la media di 5 stelline, mentre su Apple Podcast ne ha 10 con la media di 4,6 su 5 (ehhh, si sa che l’utente Apple è più pretenzioso!). Ha totalizzato in totale 13.046 riproduzioni (wow!), circa 180 di media a episodio.
Mi piace sopratutto questo dato: il 78,9% di chi inizia un episodio lo finisce pure. Non scontato, soprattutto per un podcast che spesso per 20 minuti continua a dare percentuali e numeri difficili da seguire. E poi io mi incespico ancora, non deve essere facile essere un ascoltatore di Insalata Mista :-)
Negli ultimi 30 giorni il podcast ha fatto su Spotify 21.359 impression (cioè è apparso da qualche parte, per esempio nella ricerca di Spotify); è stato visto da 4.911 persone di cui 270 si sono dimostrate “interessate” e 207 hanno iniziato ad ascoltarne un episodio.
Due dati demografici sul pubblico: l’83,8% è maschio e solo il 10,5% è femmina (su su, forza amiche!). Il resto ha preferito non specificarlo o non è binario. Per quanto riguarda la fascia di età, il 68,3% ha tra i 35 e i 59 anni.
Interessante invece l’internazionalità del pubblico (attenzione, già pulita da eventuali bot): dall’Italia arriva l’88,9% degli ascoltatori e poi seguono Francia, Germania, Stati Uniti, Svizzera, Guatemala, UK e Brasile
Andiamo a dare un premio anche qui ai tre migliori episodi:
Computer quantistici, IA e futuro della scienza (256 ascolti)
I videogiochi sono una cosa seria (235 ascolti)
Come disintossicarsi dallo smartphone in 5 mosse (235 ascolti)
Bene, ora sapete proprio tutto di Insalata Mista. Che ne pensate? Vi aspettavate numeri più piccoli? Più grandi? Avete qualche suggerimento da dare? Sappiate che apprezzo sempre tutti i commenti, anche le critiche quando ci sono (e ce ne sono).
C’è un’ultima domanda a cui voglio rispondere, e cioè perché non metto un abbonamento o anche soltanto una forma di donazione per sostenere il progetto. Insalata Mista è nata sia come mio personale sfogo di scrittura (l’avrete notato, non sono particolarmente abile ma sono sicuramente grafomane e logorroico), sia come una sorta di esperimento sociale. Pertanto è nata senza abbonamenti e non credo ne avrà mai. Anche perché non ritengo possa avere un mordente così forte da spingere qualcuno a spenderci dei soldi. Non escludo però che a breve (brevissimo forse), ci possano essere dei cambiamenti o forse anche dei nuovi progetti che potranno prendere strade diverse. Chi lo sa!
Quindi grazie a tutti, sopratutto a chi ogni mese mi legge. Non sapete quanto mi faccia piacere e quanto mi dia la forza di andare avanti. Al prossimo traguardo! 🚀
» PENSIERI FRANCHI: Bello il digitale… forse.
→ “Pensieri Franchi” è il mio editoriale, i miei pensieri in libertà. Se stai cercando l’approfondimento che dà il titolo a questa Insalata, prosegui un po’ più in giù.
Non sono un nativo digitale ma poco ci manca. Sono cresciuto con i computer in casa - il primo fu un Commodore 16 quando avevo 5 anni - e da quando ho cominciato a leggere e scrivere con me ci sono stati accanto degli strumenti digitali. Ricordo l’ascolto del primo CD audio, la prima connessione con la BroadBand Box di Telecom a 256 kb/s, le chat su mIRC, le BBS.
Col digitale poi c’ho anche realizzato una discreta carriera. A un certo punto della mia vita, lasciai l’azienda dove lavoravo e un ottimo posto fisso per gettarmi in maniera completamente incosciente nell’attività in proprio. Mi affascinavano la comunicazione e il marketing digitale. Per me all’epoca il digitale era tutto. Avevo una sola filosofia: credevo che bisognasse poter lasciare il posto dove si vive in 5 minuti netti, quindi niente scatoloni di libri, cd, cose impolverate che non hanno più senso. Tutto deve essere tradotto in bit e risiedere in un server sul cloud.
Così vendetti tutto quello che avevo di fisico: la mia collezione di console e videogiochi, i miei CD, tutto. Una scelta ideologica che come tutte le scelte ideologiche sono sempre sbagliate e infatti poi me ne pentì amaramente. Oggi cerco di porre rimedio com’è possibile, ma vi racconto questo per darvi un contesto, ovvero quello di una persona completamente votata al digitale.
Lo sono ancora, per carità. Anzi, in certi contesti la mia etichetta è quella di digital strategist, ovvero di quella persona che ti crea una strategia per ottenere un qualche tipo di risultato selezionando gli strumenti digitali che possono fare al caso tuo. E però, col tempo, ho capito bene la differenza con tutto quello che è arrivato prima del digitale.
Oggi, a forza di lavorare a stretto contatto con chi ha lavorato per decenni nel mondo analogico, ho capito quali sono le grandi differenze tra due mondi che in fondo non sono neppure così distanti tra loro, ma hanno enormi differenze. E sempre più spesso mi rendo conto di come alcune cose pendano clamorosamente dal lato dell’analogico. Lo faccio mio malgrado, forse perché con il passare degli anni si diventa un po’ più moderati sulle posizioni, che di colpo diventano meno nette, si sfumano i contorni, si riflette un po’ di più, si accettano più compromessi.
È una riflessione che ho fatto l’ennesima volta ascoltando l’ultima puntata del podcast che compone la mia routine mattutina, cioè Morning, che sarà condotta da Francesco Costa ancora per poco e dunque ne assaporo e centellino le puntate come fosse un vino pregiato. Questa volta Costa ha parlato di un articolo trovato sull’edizione locale di Torino de La Stampa. Un articolo che ha trovato per puro caso, perché chiaramente non ha il tempo di sfogliare, oltre che le edizioni nazionali dei quotidiani, anche quelle locali.
Questo articolo però l’ha scoperto “sfogliando” il quotidiano nazionale e arrivando in fondo, quindi intravedendo la prima pagina dell’edizione locale che è proprio in coda a quella nazionale. Arrivo al punto: l’operazione dello sfoglio del quotidiano cartaceo - anche nell’incarnazione virtuale dello sfoglio su un tablet - ti porta a scoprire contenuti che non hai cercato. Compri un giornale per i titoli di prima pagina, gli strilli, ma poi non sai cosa troverai dentro. Lo sfogli, e scoprirai cose che non saresti andato a cercare spontaneamente. E così ti arricchisci di argomenti e storie che ti possono sorprendere perché appunto non li conoscevi e dunque erano fuori dal tuo radar.
Il digitale parte da un principio diametralmente opposto: l’informazione è tutta lì, ce n’è a quintalate, basta che te la vai a cercare. E in quel “cercare” c’è tutta la differenza del mondo, perché si limita tutto a un filtro, che è quello che applichi tu o il social di turno. Ricerchiamo tutto su Google, in quel circolo vizioso di keyword e posizionamento SEO che ormai ha distrutto qualsiasi idea di qualità giornalistica. E così continuiamo a cercare e trovare cose che in fondo già conosciamo. Come in un’enorme stanza dell’eco. Manca totalmente l’incontro casuale che ti stupisce.
E ok, qualcuno commenterà quello che sto scrivendo pensando che non è vero, che i quotidiani esistono anche online e ti offrono una quantità di notizie diverse ed eterogenee che puoi scorrere esattamente come faresti con un quotidiano cartaceo. E io rispondo che no, non è così. Lo scrollare col dito, in mezzo a mille titoli differenti e odiosi banner pubblicitari non è la stessa cosa che sfogliare le pagine di un quotidiano, dove ogni pagina è focalizzata su un argomento o un settore ben preciso. C’è la politica, poi cronaca, poi gli esteri e poi la cultura e lo spettacolo.
E tu, sfogliando le varie sezioni, scopri cose nuove, magari un’intervista che non avresti mai letto ma che soffermandoti con lo sguardo su una domanda in particolare ti incuriosisci e la leggi. Sulla notizia in digitale invece avresti dovuto cliccare per poterne leggere un pezzetto, basandoti esclusivamente sul quell’odioso titolo SEO - spesso talmente artefatto da non avere senso - e su un sommario o un occhiello anch’esso scritto per contenere keyword per compiacere più Google che il lettore.
Forse il digitale ci sta rubando proprio questo, il piacere della casualità. Scegliamo tutto troppo, non ci abbandoniamo a qualcosa di completamente casuale. Starò diventando un filino troppo nostalgico, ma persino l’imprevedibilità del palinsesto televisivo mi sembra meraviglioso se comparato alle decine di minuti che spreco ogni sera a cercare di capire cosa guardare in mezzo all’offerta sterminata di migliaia di contenuti delle piattaforme digitali.
Sogno una piattaforma con un taglio editoriale ben preciso, con una redazione che scelga per me dei contenuti di qualità e che mi dica: questa sera c’è solo questo da vedere. L’abbiamo scelto noi che siamo dei profondi conoscitori del cinema e dunque ti diciamo che non puoi non vederlo. E io, allora, magari guarderei quel film che mai avrei scelto dalla miniatura della copertina di Netflix. Quel film che magari oggi nemmeno degno di uno sguardo, perdendomi dei capolavori che invece potrebbero lasciarmi qualcosa e insegnarmene altre.
Il digitale è bello, dà un sacco di possibilità, ma forse ce ne toglie anche tante altre, forse troppe.
Franco A.
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?1
Truecaller porta l’identificazione in tempo reale delle chiamate su iPhone
Con l’introduzione della funzionalità Live Caller ID Lookup di iOS 18, Truecaller colma il divario con la versione Android, permettendo agli utenti iPhone di vedere il nome del chiamante in tempo reale. Questa novità utilizza un database crittografato: quando arriva una chiamata, l’app iPhone invia una richiesta crittografata al server di Truecaller, che risponde con i dati del chiamante. La decrittazione avviene direttamente sul dispositivo, garantendo la privacy grazie alla crittografia omomorfica.
L’aggiornamento include anche un’interfaccia migliorata, un sistema di blocco dello spam più efficace e uno storico delle chiamate ampliato. Truecaller offre abbonamenti premium con prezzi a partire da 3,99 euro al mese.
Fonte: DDay.it
Samsung Galaxy S25: ora l’innovazione è tutta nel software
Samsung ha annunciato la serie Galaxy S25, puntando sul software e sull’intelligenza artificiale integrata con Galaxy AI e Google Gemini. I miglioramenti hardware sono minimi rispetto alla serie S24, con l’introduzione del processore Snapdragon 8 Elite per tutti i modelli e una fotocamera ultrawide da 50 MP su S25 Ultra.
Grande attenzione al software: dall’organizzazione personale con Now Brief all’editing avanzato di foto, video e audio. Tra le novità, anche la registrazione e trascrizione delle telefonate e azioni trasversali tra app. I prezzi restano invariati (da 929 a 1.859 euro) con 12 GB di RAM di base. Disponibile dal 22 gennaio 2025.
Fonte: DDay.it
Netflix alza i prezzi: il piano Premium negli USA tocca 24,99 dollari
Netflix ha aumentato i prezzi degli abbonamenti negli Stati Uniti, Canada, Portogallo e Argentina: il piano Premium arriva a 24,99 dollari, mentre il piano Standard sale a 17,99 dollari. Nonostante l’aumento, Netflix registra un record di 19 milioni di nuovi abbonati nel quarto trimestre 2024, raggiungendo oltre 300 milioni di iscritti a livello globale. La piattaforma prevede di espandere ulteriormente il suo piano pubblicitario nel 2025. In Italia, eventuali aumenti potrebbero arrivare nei prossimi anni.
Fonte: DDay.it
Tesla Model Y “Juniper” arriva in Italia: edizione limitata da 60.990 euro
Tesla presenta la nuova Model Y “Juniper” anche in Italia, con consegne previste da marzo. L’edizione limitata “Launch Series” offre trazione integrale, 568 km di autonomia, e novità estetiche e tecniche: design aerodinamico migliorato, interni più silenziosi e confortevoli, e uno schermo touch da 8” per i passeggeri posteriori. Prenotazioni aperte al prezzo di 60.990 euro.
Fonte: DMove.it
Una FIAT 500 elettrica percorre un chilometro in guida autonoma a Brescia
Grazie al sistema sviluppato dal Politecnico di Milano, una FIAT 500 elettrica ha completato un chilometro in guida autonoma su una strada pubblica di Brescia. La sperimentazione, promossa da A2A e MOST, mira a un futuro di car sharing autonomo. I test, con velocità limitata a 30 km/h e supporto di una safety-car, continueranno mensilmente fino a novembre.
Fonte: DMove.it
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
Se hai apprezzato la newsletter Insalata Mista ti chiedo un favore: lascia un commento, una recensione, condividi la newsletter e più in generale parlane. Per me sarà la più grande ricompensa, oltre al fatto di sapere che hai gradito quello che ho scritto.
Franco Aquini
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.
niente podcast?🥲
Adesso però mi hai messo la curiosità di conoscere le metriche di questa uscita che analizza quelle precedenti :^)