In assenza dell'approfondimento settimanale, ho deciso di pubblicare un mio personalissimo pensiero, quasi intimo per certi versi: quello sulla quarantena del 2020, nella prima fase della pandemia.
Pensieri Franchi particolarmente scomodi questa volta, ma che comprendo in pieno. Anche io infatti ho un ricordo non negativo del lockdown, anche se per motivi diversi: io e mia moglie eravamo in attesa del nostro primo figlio, e la quarantena è coincisa con buona parte della gravidanza. So che è assurdo (e anche io ho un enorme rispetto per chi ricorda quel periodo per i drammi globali e personali), ma quando ripenso al lockdown del 2020 penso soprattutto a quella bolla in cui siamo stati per l'ultima volta in due, con una nuova vita che cresceva tra di noi.
Ti dirò Luigi che non m'aspettavo reazioni così negative (molti disiscritti e in generale qualche commento che mi ha fatto capire di essere andato un po' oltre). Ho parlato del mio punto di vista che ovviamente capisco essere soltanto mio (e di altri come te), questo non esclude che per qualcuno sia stato un periodo orribile, lo capisco e l'ho premesso, ma alla fine mi interessava arrivare a un altro punto, che era quello della condivisione e della riscoperta delle cose essenziali quando ci si trova in un momento precario.
Mi spiace che evidentemente non sia passato questo e ti sono molto grato per le tue parole, che mi fanno pensare che invece per qualcuno il messaggio è passato. Deve essere stato molto bello avere la possibilità di godersi quello che normalmente non si ha il tempo di godere: vedere e sentire crescere una nuova vita dentro il corpo della propria compagna, è un piacere di cui ci priviamo se non per quelle poche ore che passiamo a casa e, se ci pensi, è una vera follia.
Il problema è che il COVID è ancora una ferita aperta per molti. Io capisco che la quarantena è stata un'occasione per rallentare il ritmo della vita e riprendere un po' il controllo sulle nostre vite, e grazie al cielo qualcosa a riguardo abbiamo imparato e lo stiamo ancora facendo, ma non dovunque e, specialmente, non per chiunque.
Personalmente del lockdown rimpiango la strade vuote e zero traffico, e soprattutto zero rumore la notte, che erano anni...
Mancavano giusto le lucciole e mi sarebbe sembrato di tornare bambino nelle fredde estati valligiane.
Riguardo al punto dell'articolo di oggi, credo che sia sfuggito, non solo perché penso chi abbia letto non l'abbia fatto fino in fondo, ma anche perché, come dicevo prima, purtroppo non tutti hanno avuto la fortuna di vedere solo i lati positivi della quarantena.
No hard feelings anyway, sono felice che chi abbia vissuto la cosa serenamente, anzi, mi ripaga delle brutture viste in giro.
Hai ragione anche tu Valeriano, ma infatti non era mia intenzione minimizzare o dire che è stata bella la pandemia, tutt'altro. Volevo semplicemente dare la mia visione della quarantena, tutto qui. Qualcosa che ogni tanto mi torna in mente e a cui non posso fare a meno di pensare con nostalgia, nonostante sia stata provocata da un fatto terribile e traumatico.
Pensieri Franchi particolarmente scomodi questa volta, ma che comprendo in pieno. Anche io infatti ho un ricordo non negativo del lockdown, anche se per motivi diversi: io e mia moglie eravamo in attesa del nostro primo figlio, e la quarantena è coincisa con buona parte della gravidanza. So che è assurdo (e anche io ho un enorme rispetto per chi ricorda quel periodo per i drammi globali e personali), ma quando ripenso al lockdown del 2020 penso soprattutto a quella bolla in cui siamo stati per l'ultima volta in due, con una nuova vita che cresceva tra di noi.
Ti dirò Luigi che non m'aspettavo reazioni così negative (molti disiscritti e in generale qualche commento che mi ha fatto capire di essere andato un po' oltre). Ho parlato del mio punto di vista che ovviamente capisco essere soltanto mio (e di altri come te), questo non esclude che per qualcuno sia stato un periodo orribile, lo capisco e l'ho premesso, ma alla fine mi interessava arrivare a un altro punto, che era quello della condivisione e della riscoperta delle cose essenziali quando ci si trova in un momento precario.
Mi spiace che evidentemente non sia passato questo e ti sono molto grato per le tue parole, che mi fanno pensare che invece per qualcuno il messaggio è passato. Deve essere stato molto bello avere la possibilità di godersi quello che normalmente non si ha il tempo di godere: vedere e sentire crescere una nuova vita dentro il corpo della propria compagna, è un piacere di cui ci priviamo se non per quelle poche ore che passiamo a casa e, se ci pensi, è una vera follia.
Grazie come sempre Luigi
Il problema è che il COVID è ancora una ferita aperta per molti. Io capisco che la quarantena è stata un'occasione per rallentare il ritmo della vita e riprendere un po' il controllo sulle nostre vite, e grazie al cielo qualcosa a riguardo abbiamo imparato e lo stiamo ancora facendo, ma non dovunque e, specialmente, non per chiunque.
Personalmente del lockdown rimpiango la strade vuote e zero traffico, e soprattutto zero rumore la notte, che erano anni...
Mancavano giusto le lucciole e mi sarebbe sembrato di tornare bambino nelle fredde estati valligiane.
Riguardo al punto dell'articolo di oggi, credo che sia sfuggito, non solo perché penso chi abbia letto non l'abbia fatto fino in fondo, ma anche perché, come dicevo prima, purtroppo non tutti hanno avuto la fortuna di vedere solo i lati positivi della quarantena.
No hard feelings anyway, sono felice che chi abbia vissuto la cosa serenamente, anzi, mi ripaga delle brutture viste in giro.
Hai ragione anche tu Valeriano, ma infatti non era mia intenzione minimizzare o dire che è stata bella la pandemia, tutt'altro. Volevo semplicemente dare la mia visione della quarantena, tutto qui. Qualcosa che ogni tanto mi torna in mente e a cui non posso fare a meno di pensare con nostalgia, nonostante sia stata provocata da un fatto terribile e traumatico.
Grazie come sempre per il tuo commento <3