È meglio rispondere “ti richiamo dopo” o non rispondere del tutto?
Il cellulare ci ha reso sempre rintracciabili, ovunque ci si trovi, e capita spesso di ricevere telefonate quando non si può rispondere. Meglio quindi non rispondere o rispondere “ti richiamo dopo"?
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La parola di oggi: Digital etiquette o Netiquette, è una parola “macedonia” che unisce il vocabolo inglese network (rete) e quello francese etiquette (buona educazione). È un insieme di regole informali che disciplinano il buon comportamento di un utente sul web (da Wikipedia).
» PENSIERI FRANCHI: La miopia dello scienziato divinatore
Pochi giorni fa, mentre chiacchieravo con Massimiliano (Di Marco) nel podcast Chiacchiere di Insert Coin, ci chiedevamo come fosse possibile che dei fenomeni videoludici più importanti degli ultimi anni, la stampa specializzati non ne avesse previsto nemmeno uno.
Massimiliano sostiene che non siamo capaci di prevedere il futuro perché ragioniamo con gli occhi rivolti al passato e questa credo che sia una grande verità. Riporto infatti questa considerazione a certi ragionamenti che vengono fatti oggi sui cambiamenti importanti, che impattano sulla vita di tutti i giorni. Parlo per esempio delle farine di insetti, dell’auto elettrica o della carne sintetica. Si, praticamente tutto quello che anima i programmi politici dei partiti più conservatori.
Chi si scaglia contro tutte le novità che arrivano dalla scienza lo fa quasi sempre con gli occhi rivolti al passato.
I detrattori dell’auto elettrica dicono cose come “non basterà l’elettricità per tutti” oppure “inquinano di più di quelle endotermiche perché l’elettricità viene prodotta con i combustibili fossili!”. Certo, questo è indubbiamente vero. Trascurano però il fatto che l’obiettivo è un altro, ovvero quello di abbassare, se non eliminare, l’uso dei combustibili fossili. Anche per produrre elettricità, è evidente. Come si potrà ottenere tutto questo? Con la ricerca, ovviamente. E sapete quando arrivano le scoperte più importanti? Quando finalmente c’è una propulsione commerciale ed economica che pompa soldi nei laboratori scientifici di ricerca.
Pensate solo ai cellulari. Per un decennio non c’è stata praticamente evoluzione. I produttori miravano soltanto a rendere i cellulari più piccoli e per dieci anni o più abbiamo visto solo piccoli miglioramenti nel display e nella ricezione. Poi è arrivata Apple a far sognare un dispositivo che potesse fare di più - un telefono smart, appunto - e di colpo è partita la febbre per i dispositivi touch. Il mercato è esploso, è arrivata la concorrenza degli smartphone Android (e non solo, all’epoca) a immettere miliardi di dollari nei centri di ricerca e in poco più di un decennio siamo arrivati a dispositivi talmente evoluti da spingere clamorosamente in avanti tutta la tecnologia, tra cui la potenza dei processori.
Provate a prendere tutte le grandi rivoluzioni in campo tecnologico degli ultimi anni e troverete una sola matrice dietro tutto questo: lo smartphone. L’evoluzione delle batterie arriva dalla ricerca fatta sugli smartphone, i server che hanno permesso di addestrare le intelligenze artificiali che oggi usiamo con meraviglia, hanno goduto della rapida evoluzione nella potenza di calcolo frutto della spinta in avanti che hanno dato sempre loro, gli smartphone.
Gli smartphone hanno fatto defluire per anni miliardi di dollari nelle casse dei grandi produttori. Da una sola idea sono nate intere economie, mercati, altre grandi idee a cascata, come in un enorme Big Bang tecnologico da cui si sono moltiplicati i dispositivi, le reti sociali, le applicazioni e altri fenomeni sociali come la diffusione di internet su tutto il pianeta.
D’altronde questo è proprio il problema di chi si avvicina alle evoluzioni del futuro con gli occhi rivolti al passato. Ricordo il commento di un tecnico delle reti all’arrivo delle prime reti a banda langa, in particolar modo quando avvenne il passaggio epocale delle connessioni da 256 Kb/s a 640 kb/s o addirittura a 1 Mb/s. Il commento fu “la rete nazionale non ce la farà mai, siamo già quasi al collasso”. Difatti.
Vi lascio con una citazione di Paul Krugman, premio Nobel per l’economia nel 1998:«La crescita di Internet rallenterà drasticamente, poiché il difetto della "Legge di Metcalfe" - che afferma che il numero di potenziali connessioni in una rete è proporzionale al quadrato del numero di partecipanti - diventa evidente: la maggior parte delle persone non ha nulla da dirsi! Entro il 2005 o giù di lì, diventerà chiaro che l'impatto di Internet sull'economia non è stato maggiore di quello del fax. Tra dieci anni, la frase "economia dell'informazione" suonerà sciocca». Ben detto Paul1.
Buona lettura.
Franco A.
» RISPONDERE “TI RICHIAMO DOPO” È PIÚ EDUCATO DEL NON RISPONDERE?
Partiamo da una premessa: ricevo molte telefonate, a volte moltissime. Il problema è che il mio mestiere non è quello di parlare al telefono. Non faccio il venditore o l’account, non devo per forza avere rapporti con i clienti. E soprattutto c’è un fatto importante: il mio lavoro richiede molta concentrazione e il telefono è una vera criptonite per la concentrazione.
Avete presente quando siete immersi in una lettura, oppure quando state scrivendo un testo su cui dovete porre molta attenzione - magari un contratto o una fattura - oppure quando state facendo dei calcoli molto delicati e arriva una telefonata? È già dura non buttare all’aria tutto il lavoro fatto se non si risponde (perché la suoneria o la vibrazione già ti distraggono, è inevitabile), ma se si risponde è finita, addio concentrazione. Il più delle volte, a telefonata conclusa, recuperare la concentrazione persa richiede tempo e quasi sempre, alla fine, si commette qualche errore.
Quindi lo confesso: io sono della fazione di quelli che non rispondono. A volte nemmeno mi degno di rispondere con un SMS. Sapete quella geniale funzione che ti permette di non rispondere e di inviare contestualmente un SMS con un messaggio predefinito tipo “richiamo tra poco” no? Ecco, a volte non lo faccio e spesso, quando lo faccio, poi non richiamo. Sono maleducato? Tradisco le più elementari regole della Netiquette (o digital etiquette)?
Il telefono mi da fastidio, lo dico apertamente. O meglio, mi da fastidio la funzione delle chiamate, che può far ridere se si pensa al fatto che lo chiamiamo “telefono”, ma si tratta di un enorme fraintendimento. Quello che abbiamo in tasca è in realtà un computer che ha, tra le sue funzioni, quella di chiamare. Ecco, il mio dispositivo ideale sarebbe fatto come quegli iPod touch che vendevano fino a poco tempo fa: avevano l’hardware dell’iPhone, ma non facevano le telefonate. La perfezione.
Abbasso le telefonate, viva le email
Perché odio le chiamate? Perché le vivo come un’invasione dello spazio personale. Quando non esistevano i cellulari, tu eri reperibile solo sul telefono fisso, in un determinato posto e soprattutto finché ti trovavi lì. E se qualcuno chiamava e non rispondevi, non si sognava di chiederti «perché non hai risposto?». Semplicemente pensavano che fossi uscito, o che magari eri in bagno. Oggi invece il telefono è personale, chi ti chiama sa che ti sta squillando il telefono, ovunque tu sia e infatti, ORRORE, c’è chi risponde anche quando è in bagno.
Quanto sono più belle le email? Un messaggio che posso inviare quando voglio e che tu riceverai quando avrai voglia di leggere, quando potrai o vorrai, senza nessun obbligo. Quasi, a dirla tutta, perché poi c’è pure una categoria di professionisti - lo sanno bene i colleghi giornalisti - che dopo averti inviato una email ti chiama per chiederti «hai ricevuto la mail email?». Un esercizio di soft power sconosciuto persino al Giappone degli anni ’80.
Quindi viva le email, ma anche in questo caso c’è un problema: c’è anche chi pretende che tu risponda alle email entro un certo tempo. Una volta ho sentito un imprenditore fare un cazziatone urlando «Non posso tollerare che un collaboratore non risponda alle email entro 2 ore!». Peccato che il collaboratore si trovasse in India, con un leggerissimo fuso orario a complicare il tutto. In ogni caso, io voglio avere anche la libertà di non rispondere subito, a quelle email. Sarò libero di avere il mal di pancia, no?
Chi risponde e chi no. Cosa dicono i dati
Torniamo però un attimo alla questione principale. Io sono di quelli che non rispondono e forse proprio per questo ho guardato sempre di cattivo occhio quelli che invece rispondono sempre. Ma proprio sempre.
Uno di questi, un mio amico antennista, l’ho visto rispondere mentre, in bilico su un tetto, teneva con una mano il telefono e con l’altra il palo dell’antenna. Quella volta mi sono detto «ma è possibile che non riesca semplicemente a richiamare più tardi?». Mi ricordo che una volta glielo chiesi anche, mi rispose che rischiava di perdere un lavoro.
No, a me non è mai capitato di perdere un lavoro per una telefonata non risposta. Anche perché che razza di cliente può essere uno che giudica la qualità di un professionista da una mancata risposta a una telefonata non concordata? Ma poi perché devi dare per scontato che io stia lì, sempre a disposizione, seduto alla scrivania tutto il giorno, aspettando la tua telefonata mentre gioco a tenere in equilibrio la matita?
In ogni caso, ci avrete fatto caso anche voi, il mondo si divide in queste due categorie: c’è chi non riesce a non rispondere in qualsiasi situazione, pure quando è in bagno, e chi invece vive la telefonata con fastidio e preferisce non rispondere o rispondere solo a chi preferisce. Qual è l’atteggiamento giusto? Chi sbaglia e chi ha ragione?
Se siete come me, sappiate che siete in buona compagnia. Secondo una ricerca condotta dal Pew Research Center nel 2020, la maggior parte degli americani, l’81% per l’esattezza, non risponde alle chiamate provenienti da numeri sconosciuti. Il 67% di questi però controlla la segreteria telefonica (in America è molto usata la voicemail) eventualmente richiamando, mentre un 14% ignora bellamente pure quella.
Interessanti sono i motivi per cui gli intervistati dicono di non rispondere alle chiamate. Molti temono le truffe telefoniche (addirittura 9 su 10). Altri le robocalls, le chiamate dei call center, per esempio. Ne sappiamo qualcosa anche in Italia, soprattutto negli ultimi anni.
Cosa dicono gli esperti
In un’intervista a Business Insider, Barbara Pachter - esperta di business communications, speaker e autrice di “The Communication Clinic: 99 Proven Cures for the Most Common Business Mistakes” - fa un elenco delle 6 situazioni in cui rispondere al telefono è segno di maleducazione.
Il primo caso si verifica quando si sta guardando una presentazione. In un contesto aziendale, rispondere al telefono o scrivere col telefono è segno di scarsissimo rispetto, soprattutto per chi sta presentando.
Quando si incontra una persona, rispondere al telefono significa una cosa sola: la persona al telefono è più importante di quella che ci sta davanti. Molto male.
Il terzo caso che propone Barbara Pachter è proprio quello del bagno. Il commento è lapidario: "We don't want to hear the noise”.
A un colloquio di lavoro, se ci si è dimenticati di metterlo in modalità silenziosa, Pachter consiglia di non guardare nemmeno chi è il chiamante, ma di silenziarlo e basta. Questo proprio per non dare l’impressione che si sta valutando il chiamante per decidere se è più o meno importante del colloquio stesso. È evidente che possano esserci persone più importanti di un colloquio, ma forse è il caso di organizzarsi per avere quell’ora libera da qualsiasi distrazione.
Ce n’è poi uno che non riporterò, perché troppo specifico per certi tipi di lavoro. Ma invece l’ultimo è come la dinamite e vi farà alzare di sicuro le orecchie, me compreso: “quando siete a cena”, dice la Pachter, “ponete attenzione a chi è con voi e non al telefono”. Ahia, preso in castagna. Tolta la regola ferrea che mi sono dato quando mangio in famiglia, quando sono a pranzo o a cena con altre persone il telefono è il mio primo rifugio. A meno che non sia un incontro molto importante in cui devo discutere di cose altrettanto importanti. Insomma, se l’occasione è di puro piacere, il telefono è lì, nella tasca, che mi chiama continuamente.
Chi è il grande assente di questa Insalata, visto l’argomento? Ovviamente gli amati/odiati messaggi vocali. Quelli di Whatsapp, in particolare, perché essendo un sistema di messaggistica più diffuso, ci espone a lunghissimi vocali inviati da chiunque, anche da sconosciuti. Però, anche in questo caso, esiste la possibilità di ascoltarli e rispondere quando si preferisce. Quindi non c’è quella sottintesa pretesa di esclusività, quella presunzione che si è sempre a disposizione di chiunque. Dunque si, sono fastidiosi, ma molto meno.
In ogni caso, c’è da tenere presente che, sempre che non facciate un mestiere salvavita come il medico o il chirurgo, quella telefonata a cui non avete mai risposto non sarà mai così importante da rappresentare un problema.
Tuttavia, prendere la buona abitudine di richiamare, potrebbe togliere il problema di torno, magari dandosi un minimo di disciplina, come consiglia la “Regola del 2-2-2” di Shenglong Gao, che in sostanza consiglia di rispondere alle chiamate entro 2 secondi, ai messaggi testuali in due minuti e alle email in due ore (forse l’aveva letto l’imprenditore di cui sopra?).
Tutto questo per evitare l’errore che facciamo tanti di fronte a un’email che prevedere una risposta lunga, ovvero di lasciarla lì, come non letta, aspettando il momento in cui potremo “lavorarla”. Quell’email però rimarrà lì per giorni, si sommerà alle altre e alla fine genererà un ritardo che verrà letto come “ritardo nella risposta” o peggio ancora come scarsa efficienza.
In ogni caso, visto che si parla di cose molto personali, ho deciso di chiudere questa Insalata con un sondaggio. È la prima volta che uso questo strumento e lo faccio per chiedervi: ritenete che non rispondere al telefono sia un diritto - soprattutto per chi per lavoro non deve usare il telefono - o che sia un gesto di maleducazione?
» COSE MOLTO UTILINK 🔗
Gli articoli più interessanti che ho letto in settimana, insieme ai link utili o semplicemente curiosi che ho trovato in giro per internet.
» Per quale motivo protestano realmente gli agricoltori
Un interessante articolo pubblicato su Il Post, spiega molto bene come l’Europa gestisca i fondi per l’agricoltura di tutta la comunità. Il settore risulta essere il più sostenuto in assoluto, tanto da assorbire circa il 30% di tutto il bilancio comunitario.
L’articolo è utile per capire il reale motivo delle proteste che stanno animando non solo l’Italia, ma anche e soprattutto gli altri paesi europei.
» CONSIGLI PER L’ASCOLTO 🎧
Io vi vedo che ascoltate Bocelli pensando di ascoltare la magnificenza di un meraviglioso canto lirico. È che purtroppo, soprattutto in Italia, si è persa del tutto la concezione del canto. Anzi del Belcanto, che proprio in Italia è nato. Sperando di farvi rinsavire, e di farvi venire il dubbio che il menzionato cantante abbia doti canore leggermente inferiori al cane che non ho, vi metto qui uno dei più bei Si bemolle della storia dei tenori. Rifatevi le orecchie.
» SFAMA LA FOMO!
Cos’è la F.O.M.O.?2
» Moderna avvia un trial per il vaccino mRNA contro melanoma e cancro ai polmoni
Nell’introduzione parlavo delle svolte che anche il migliore degli scienziati non potrà mai prevedere. Tra queste, c’è sicuramente l’uso dell’mRNA nella cura di malattie che non rispondono alle terapie classiche. Una tecnologia che ha subito una drastica accelerata grazie ai vaccini contro il COVID-19.
Il trial avviato nel Regno Unito riguarda un vaccino prodotto da Moderna, chiamato mRNA-4359 ed è rivolto alle persone con melanoma avanzato, cancro ai polmoni e altri tumori solidi. Il primo paziente ad aver ricevuto il vaccino all'Hammersmith Hospital alla fine di ottobre, è stato un paziente con cancro maligno alla pelle che non rispondeva ad altri tipi di trattamenti.
La strada dei trial clinici è ancora lunga, ma questa nuova tecnologia, che istruisce il sistema immunitario per individuare e distruggere direttamente le cellule tumorali, rappresenta probabilmente la più grande speranza per l’umanità.
» Vision Pro finalmente alla prova degli utenti… e non tutti sono contenti
Il 2 febbraio è stato il grande giorno per il nuovo computer spaziale di Apple, Vision Pro. Per molti è una grandissima innovazione, ma per altri invece è stata una delusione.
La realtà virtuale, purtroppo, ha questa caratteristica: finché non la provi in prima persona non potrai mai sapere com’è, ma molti sono concordi un una cosa: l’ampiezza del campo visivo sarebbe inaspettatamente troppo piccolo. Il che, se fosse confermato, su un dispositivo che si avvicina ai 4000€, lascia un po’ di amaro in bocca.
» Silent Hill The Short Message è un pugno nello stomaco (gratis)
Mercoledì della scorsa settimana si è tenuto lo State fo Play, l’evento in cui Sony annuncia le novità per i propri dispositivi della gamma Playstation. 15 i giochi presentati in rapida sequenza, senza nessun tipo di introduzione o di racconto.
Tra tutti però ha colpito Silent Hill The Short Message, un breve spin-off della saga di Silent Hill, rilasciato il giorno stesso in forma completamente gratuita. Il piccolo titolo ha lo scopo di preparare gli appassionati della saga all’arrivo del remake del secondo capitolo, ma nel farlo tira fuori un titolo horror che tocca temi molto delicati e maturi, come la depressione negli adolescenti, il suicidio, il bullismo e la difficoltà di gestione dei social network. Se avete una Playstation 5, è straconsigliato.
Se sei arrivato fino a qui, innanzitutto ti ringrazio.
Non ci siamo presentati: mi chiamo Franco Aquini e da anni scrivo di tecnologia e lavoro nel marketing e nella comunicazione.
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Franco Aquini
L’anno scorso Paul Krugman tornò sulla questione, scrivendo che voleva essere provocatorio.
La F.O.M.O., un acronimo che sta per Fear Of Missing Out, è la deriva moderna del tam tam dei social network unita all’enorme disponibilità di strumenti di informazione e di intrattenimento. In pratica, è la paura di perdersi qualcosa e di non essere sempre al passo con i tempi. Con questa rubrica rispondiamo a queste paure, riassumendo in breve le notizie più significative della settimana, pescate dal mondo della tecnologia, dell’entertainment e del lifestyle.
Notizia estiva dell'anno scorso o due. Un uomo chiamò i soccorsi perchè si ruppe una gamba in un percoso di trekking. Le persone ebbero difficoltà a trovarlo perchè lui non rispondeva... a numeri sconosciuti! Tutto vero: https://www.today.it/rassegna/disperso-non-risponde-soccorsi.html
Ottimo approfondimento come sempre! Personalmente, ai numeri sconosciuti non rispondo mai. Tra quelli conosciuti, l'unico cui rispondo SEMPRE è quello di mia suocera, perché in caso di mancata risposta è capace di allertare polizia, vigili del fuoco e forze speciali (vorrei fosse un'esagerazione, ma non è cosi 😄)